Giorgia Meloni al Congresso di Azione segna la fine del campo largo. Prevista alleanza per le regionali nelle Marche

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L’invito di Carlo Calenda a Giorgia Meloni al congresso di Azione e la vicinanza su alcuni temi segnano e certificano definitivamente la fine del progetto del cosiddetto campo largo molto gradito alla segretaria del Partito Democratico Elly Schlein.

La Schlein, che stando al sondaggio di Lab21 per Affaritaliani.it, viene bocciata come leader Dem da quasi due elettori su tre del suo partito che vorrebbero come segretario Paolo Gentiloni, ex commissario europeo e strettamente legato a Ursula von der Leyen.

Le prossime elezioni politiche saranno tra due anni e mezzo ma al momento un punto fermo è chiaro: non ci sarà alcun Centrosinistra largo modello Umbria per le elezioni per il rinnovo del Parlamento. Anzi, il continuo inseguire il M5S da parte di Schlein indebolisce le opposizioni che insieme non possono andare oltre il 35% massimo e rafforzano il governo.

Il dialogo tra Calenda e Meloni potrebbe celare qualche sorpresa nel medio-lungo periodo. La Lega avrà il congresso a Firenze il 5 e 6 aprile, Matteo Salvini resterà sicuramente segretario ma se a prevalere saranno le tesi europeiste, pur con le critiche di esponenti come il ministro Giancarlo Giorgetti o il capogruppo alla Camera Riccardo Molinari, il Centrodestra non avrà problemi. Però se dovesse passare la linea del generale ed europarlamentare Roberto Vannacci, che considera questa Ue un disastro e da rifare completamente, allora potrebbero aprirsi scenari differenti. Intanto il canale Meloni-Calenda si è aperto e ha già prodotto scossoni politici.

‘Con Calenda su alcune cose siamo d’accordo, su altre no. Ovvio che per educazione reciproca, in questo tipo di contesti, si evidenziano i temi su cui siamo più in sintonia. Calenda fa un’opposizione ferma al governo, ma non all’Italia. Senza preconcetti. Noi siamo disponibili ad ascoltare chiunque abbia qualcosa da dire. Calenda pone temi concreti, come sul nucleare: ha fatto un appello a dialogare che la maggioranza ha raccolto». È quanto afferma in un’intervista al quotidiano La Repubblica il responsabile organizzazione di FdI Giovanni Donzelli, dopo la partecipazione sabato della premier Giorgia Meloni al congresso di Azione di Carlo Calenda.

Non manca una domanda sulla possibilità che tra il centrodestra e Azione si crei un’alleanza in vista delle elezioni regionali nelle Marche per sostenere Francesco Acquaroli. Domanda alla quale Donzelli risponde: «Penso proprio di sì».

“La difesa europea? Aumentare gli investimenti è nel programma di governo”
Sulle differenze di visione sulla difesa europea con l’alleato di governo, Matteo Salvini, Donzelli, spiega: «Era tutto nel programma. Aumentare gli investimenti in difesa, anche pensando di poter sforare il rapporto deficit-pil in questo settore, era nel programma del centrodestra. Per settimane abbiamo sentito dire dalla sinistra che Giorgia Meloni sbagliava a non scegliere tra Ursula von der Leyen e Donald Trump, perché altrimenti perdevamo il treno dell’Europa. Oggi von der Leyen dice esattamente quello che diceva Meloni: cioè che bisogna tenere unita l’Ue con gli Stati Uniti. Non è questione di essere amici di uno o di un altro, dobbiamo difendere l’Occidente. Chi finora provava, in ottica anti-meloniana, a giocare a dire che bisognava dividere l’Europa dall’America è stato smentito dai fatti».

Sul riarmo Donzelli spiega: «Ancora dobbiamo capire alcuni aspetti: riarmo comune che significa? Quali aziende opereranno nel campo della difesa? Non sono dettagli. Ovviamente noi non pensiamo di prendere e indebitare gli italiani per far contente le imprese tedesche e francesi. Ci impegneremo perché i vantaggi siano anche per le aziende italiane».

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