Giorgia Meloni è, allo stesso tempo, la leader di partito più amata e più odiata dagli italiani

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È Giorgia Meloni la leader di partito più amata dagli italiani sui social network. La presidente di FdI e presidente del Consiglio registra una percentuale di gradimento del 57,55%, che la spinge in testa alla classifica. Il dato emerge dallo studio elaborato per l’agenzia di stampa Adnkronos da Vis Factor, società leader a livello nazionale nel posizionamento strategico, tramite Human, la propria esclusiva piattaforma di web e social network sviluppata interamente con algoritmo a base semantica italiana.

Meloni leader più amata, Schlein si ferma al quarto posto

Al secondo posto per gradimento si piazza Antonio Tajani, segretario degli azzurri, con il 55,90% dei “like”. Segue Giuseppe Conte, che, nonostante il momento difficile del M5S, con il 55,33% registra un sentiment positivo superiore a quello della segretaria dem Elly Schlein, che con il 54,75% si colloca quarta. Segue il leader della Lega Matteo Salvini, al 51,20%.

Ma, oltre ad essere la più amata,   la premier è anche la più odiata. Parliamo coscientemente di odio perché è di questo che si parla, che si manifesta anche in modo deviato, visto  che coinvolge anche la figlia Ginevra, che ha solo 8 anni e che, ancora una volta,  è stata vittima con sua madre di vergognose minacce di morte rivolte da anonimi leoni di tastiera.  Ginevra è stata  oggetto di discussione per  la scelta di sua madre di portarla con sé in un viaggio di Stato.

D’altronde, non è nemmeno la prima volta che la bambina viaggia con sua madre e la accompagna durante le visite ufficiali in giro per il mondo. Ginevra è già stata alla Casa Bianca ma anche al G20 di Bali e in altre occasioni ufficiali ma stavolta, vederla scendere mano nella mano con la mamma, ha creato gran clamore attorno alla sua figura. Tuttavia, come spesso accade, le critiche sono degenerate in insulti e gli insulti in minacce. “Kill Gioggia e Ginevretta”, si legge in un messaggio che Fratelli d’Italia ha voluto condividere sui suoi social, pubblicato nei commenti di un post creato dal partito su Facebook.

“Il clima di odio e di intolleranza nei confronti del Presidente del Consiglio e della sua famiglia diventa sempre più inaccettabile e pericoloso. La nostra piena solidarietà”, si legge nel messaggio del partito. Per il momento non sono ancora arrivati messaggi di solidarietà dalle opposizioni, sempre così solerti in nome del femminismo. Nessun messaggio è arrivato soprattutto per la minaccia rivolta a una bambina di 8 anni, la cui unica colpa è quella di aver trascorso qualche giorno insieme a sua madre mentre lei si trovava al lavoro all’estero. “Tra viaggi e impegni sono stata via quasi una settimana, secondo chi critica tutto ciò, avrei dovuto lasciare mia figlia a casa, magari a casa di amici? Mi fa sorridere che certe persone si ritengano moralmente così superiori da poter insegnare a una madre come crescere la propria figlia”, ha dichiarato Meloni al settimanale Chi, mettendo a tacere le critiche. Eppure proseguono le minacce, figlie di un clima d’odio che si fa sempre più pesante, alimentato dalla mancanza di un confronto politico civile.

Lo studio di cui parliamo  è stato condotto prendendo in considerazione le conversazioni social dal 1 al 7 agosto su Facebook, Instagram e X, nel pieno della campagna di demonizzazione per la strage di Bologna e degli attacchi scomposti, tra l’altro, su riforme e critiche intorno alle Olimpiadi. Si tratta, dunque, dell’ennesimo indicatore del fatto che, come la stessa premier ha sottolineato nella recente intervista a Chi, “gli italiani capiscono la situazione molto più di quanto certa politica creda” e che “capiscono se ce la metti tutta o no, se sei in buona fede o no, se si possono fidare o no”.

La ricerca analizza inoltre il gradimento dei ministri. Al primo posto si trova il titolare degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, che con il 55,90% di sentiment positivo risulta il ministro più apprezzato. Seguono il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti con il 55,11%, il titolare dell’Interno Matteo Piantedosi con il 54,76%, il responsabile dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin con il 54,2% e Adolfo Urso, a capo delle Imprese e del Made in Italy, con il 52,66%.

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