“Le tre donne che daranno forma alla nuova Europa”. C’è Giorgia Meloni al centro della copertina che questa settimana l’Economist dedica alle elezioni europee, condivide l’immagine con Ursula von der Leyen e con Marine Le Pen, rivolte verso di lei alla sua destra e alla sua sinistra: un terzetto di donne destinate, nelle parole del settimanale britannico, ad essere decisive nel prossimo futuro. Una vera e propria incoronazione, per la premier italiana, alla vigilia della settimana che porterà al voto per le Europee dell’8 e del 9 giugno.
La copertina richiama un editoriale e un articolo. “Il bisogno di una leadership forte e unitaria in Europa – vi si legge – non è mai stato più grande. Ursula von der Leyen, Giorgia Meloni e Marine Le Pen sintetizzano il dilemma su come trattare il populismo”.
Per Giorgia Meloni, l’articolo ricorda la sua crescente sintonia con la presidente della Commissione, pur sottolineando le obiezioni che vengono da forze politiche tradizionali di governo europee verso tale avvicinamento. Meloni viene indicata come alleata potenzialmente decisiva per puntellare e tenere in sella Ursula in veste di partner chiave della prossima coalizione che sosterrà l’esecutivo post-elettorale dell’Ue.
“Ella – sentenzia l’Economist – ha fatto un buon lavoro guidando una forte risposta collettiva dell’Ue all’aggressione di Putin e aiutando ad approfondire la cooperazione europea in un tempo cruciale” su questioni come quella del “debito comune”. Il settimanale elogia Meloni per aver “fatto causa comune con von der Leyen” sul dossier dell’immigrazione illegale e per essere stata “una ferma sostenitrice dell’Ucraina a differenza di altri colleghi della destra populista”, accreditando la sua leadership in Italia come “pragmatica” e affermando che “non deve essere esclusa dal mainstream politico” europeo. Mainstream da cui l’Economist vede al contrario ancora lontana Marine Le Pen, accusata di aver a lungo cavalcato “la xenofobia” e i legami come Mosca, e la cui ipotetica ascesa alla presidenza francese viene additata tuttora come una minaccia, malgrado le correzioni di rotta recenti o il tentativo di agganciarsi proprio a Meloni in sede europea. Quindi la conclusione sul ruolo chiave attribuito alla presidente del Consiglio e leader di Fratelli d’Italia, nonché a favore dell’utilità di coinvolgerla in una larga coalizione a Bruxelles. “Se Meloni non vedrà nulla da guadagnare nel lavorare assieme al centro, potrebbe essere tentata” di unirsi più strettamente a Le Pen, opina il settimanale. Uno scenario non desiderabile agli occhi dell’Economist, e “per evitare il quale val la pena accordarsi con Giorgia Meloni”. Dopo quello di Le Monde, Figaro, El Pais, NYT, solo per citare alcuni, questo nuovo riconoscimento non può che inorgoglirci, perché se è vero che ‘nemo propheta in patria’, soprattutto per gli uccelli del malaugurio, Giorgia Meloni è invece una leader rispettata in tutto il mondo, che sta cambiando la nostra Nazione e cambierà, grazie al voto degli italiani, anche l’Europa”, dichiara Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera