Giorgia Meloni, prima di partire per le vacanze, concede un’intervista a largo raggio  al settimanale Chi, affrontando non soltanto temi politici ma anche argomenti che riguardano la sua vita personale

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Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in una intervista concessa  al settimanale Chi,  fa un bilancio  dei due anni di governo, affrontando non soltanto temi politici (le riforme, i rapporti con gli alleati di governo), ma anche argomenti che riguardano la vita personale (dalla separazione da Andrea Giambruno, all’impegno di conciliare il ruolo di madre con i doveri istituzionali) fino ai punti più scottanti, (il confronto con l’opposizione, la Rai, la questione femminile).

“Il mio bilancio personale è che non avrei potuto fare di più. Tanto che quest’anno penso di dovermi imporre qualche giorno di riposo, più del solito. Quello politico è che stiamo risolvendo molti problemi, ma molti altri vanno ancora risolti” dice la Premier a Chi.

“Sono soddisfatta, per ora, dei risultati, e questo mi porta a voler andare avanti con ancora maggiore determinazione: avevo promesso che avrei lasciato l’Italia in condizioni migliori di come l’avevo trovata e questo obiettivo finora l’ho raggiunto. L’Italia oggi è più stabile, più centrale, più rispettata nel mondo. La sua crescita è superiore a quella degli altri principali Paesi europei, abbiamo raggiunto il massimo storico di occupazione e abbiamo l’inflazione più bassa tra i Paesi del G7. Gli sbarchi di immigrati irregolari sono a meno 60% rispetto all’anno precedente e abbiamo avviato riforme attese da decenni. Quella sul premierato, quella della giustizia, l’autonomia differenziata, la riforma del fisco che era attesa da cinquant’anni. Tutte riforme contro le quali le forze che vogliono conservare lo status quo, ovvero i loro privilegi, stanno mettendo in campo una opposizione feroce. Penso che gli italiani capiscano il perché. Quando abbiamo vinto le elezioni europee ho detto che per me quella vittoria era più importante e più bella di quella che mi ha portato a Palazzo Chigi. Lo confermo. Ottenere quel consenso, dopo quasi due anni di governo in una situazione impossibile, dovendo fare scelte difficili, significa che gli italiani capiscono la situazione molto più di quanto certa politica creda. Sanno che, come accade in qualsiasi famiglia, a volte devi fare delle scelte non semplici, ma sanno riconoscere se lo fai per te stesso o per il bene della Nazione. Capiscono se ce la metti tutta o no, se sei in buona fede o no, se si possono fidare o no. Per me questa è stata la risposta più importante di tutte. Quindi, per parlare degli obiettivi autunnali, bisogna andare avanti. Ci sono altre riforme che mancano, a partire da quella della burocrazia, che è fondamentale per mettere le imprese in condizione di lavorare e produrre al meglio e dare ai cittadini servizi più efficienti”.

Riguardo ai contrasti con l’opposizione Giorgia Meloni nell’intervista a Chi puntualizza: «Dalla sinistra vengo accusata di qualsiasi cosa. Centenario della Marcia su Roma? È colpa della Meloni. Strage di Bologna? È colpa della Meloni. Naufragio di Cutro? È colpa della Meloni. Femminicidi? È colpa della Meloni. Etc etc. Ormai è una barzelletta, e quello che non capiscono è che le persone di buon senso, anche di sinistra, lo vedono. Detto questo, sulla questione femminile credo che la sinistra non abbia superato lo shock di vedere che è stata la destra ad esprimere la prima donna Presidente del Consiglio in Italia. Per loro era inimmaginabile, ma io penso che fosse inevitabile. C’è una differenza sostanziale tra il pensiero conservatore e liberale e quello di sinistra: noi crediamo che il merito venga prima di tutto, loro pensano che le etichette vengano prima di tutto. Risultato: da noi non c’erano preclusioni per alcuno, ma ognuno doveva dimostrare il suo valore e dare il massimo. Da loro le donne hanno spesso pensato che il ruolo ricoperto dovesse essere una concessione di una classe dirigente prevalentemente maschile, o un obbligo imposto attraverso quote rosa. Ma quando pretendi di essere il capo perché lo dicono le quote, non riesci a esercitare la leadership. Ecco perché è sempre stata la destra, e non la sinistra, a esprimere i principali ruoli di leadership femminile. Dopodiché, io non penso che si difendano i diritti delle donne con battaglie tipo farsi chiamare “la Presidenta”. Perché se ti chiamano presidenta, o assessora, ma vieni esclusa dal mondo del lavoro perché hai dei figli, temo che la parità sia ancora parecchio lontana. La sfida vera è costruire un mondo nel quale le donne non vengano discriminate perché sono madri, o potenziali madri. È per questo che abbiamo concentrato molte delle poche risorse che avevamo sulle mamme lavoratrici”.

“La domanda più frequente che mi fa Ginevra è: “Mamma, perché hai scelto questo lavoro?”. Credo che capisca a grandi linee che quello che faccio è importante, ma non abbastanza da considerare giusto che quel lavoro mi tolga il tempo da passare con lei. Di ritorno dalla Cina mi ha scritto un biglietto nel quale mi diceva che ogni volta che spegne le candeline esprime il desiderio di passare più tempo con me. Mi ha fatto sentire molto in colpa. Di solito si dice che non sia una questione di quantità del tempo che passi con i figli, ma di qualità. Io penso che sia vero in astratto, ma non nel concreto. I bambini vogliono, giustamente, che tu ci sia quando accade qualcosa che li emoziona, perché la felicità ha bisogno di essere condivisa”.

“Con i figli non sai mai se stai facendo la scelta giusta. Essere genitori è un mestiere a cui nessuno sente di essere preparato, anche se in fondo tutti lo siamo. Ci facciamo domande, ci sentiamo eternamente in colpa, e i bambini, nella loro ingenuità, sono in grado di dirti con semplicità la frase che ti rende felice come nient’altro al mondo e quella che ti distrugge. Anche Ginevra è così”.

Vacanze con Giambruno per Ginevra

‘Quando con Andrea ci siamo separati non è stato facile neanche per lei, ovviamente. È legatissima a entrambi. Con noi a lungo ha fatto finta di nulla, ma io so che piangeva quando non la vedevamo. Mi ha fatto venire il cuore come una nocciolina. Fortunatamente, io e Andrea, che rimane il padre migliore che potessi desiderare per mia figlia, abbiamo mantenuto un buon rapporto. Quando possiamo passiamo del tempo insieme con Ginevra. Penso sia importante far capire ai bambini che una separazione non debba scatenare per forza un conflitto tra i genitori e che i figli non debbano essere costretti a scegliere tra mamma e papà. Non è sempre facile, mi rendo conto, ma quando è possibile è utile farlo. Faremo tutti e tre anche qualche giorno di vacanza insieme con un gruppo di amici e i loro figli. Per Ginevra. Ma anche perché siamo ancora amici e ci vogliamo bene. Entrambi vediamo quanto lei sia felice quando non si deve dividere tra l’uno e l’altra, e anche se la nostra separazione è definitiva, passeremo sempre del tempo felice insieme, come fanno molte altre famiglie con genitori separati”.

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