Giuli: ‘Il mio ministero in continuità con Sangiuliano, basta denari a pioggia al cinema, è stato un reddito di cittadinanza da pellicola’

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“Cosa mi ha detto Meloni quando mi ha chiamato? Non ci sono state raccomandazioni, se non la condivisione di una consapevolezza: dare ordine al ministero, posizione centrale al racconto e non farsi impensierire da chi attraverso il gossip cerca di metterci sulla difensiva. Il mio ministero è in continuità con quello di Sangiuliano poi ciascuno cerca di lasciare la propria impronta”,  per il ministro della Cultura Alessandro Giuli intervistato da Pietro Senaldi di Libero alla tre giorni di FdI Le radici della bellezza a Brucoli (Siracusa).

“Ho dovuto presiedere un G7 a Napoli – ha detto – con i riflettori di tutto il mondo addosso e i colleghi del G7, allargato a India e Brasile, espressioni di governo di sinistra e centro sinistra. Ho notato nei bilaterali nei confronti di questa Italia rispetto, aspettative curiosità e amicizia. Siamo tornati al centro dell’interesse internazionale. Io rappresento una destra senza paraocchi ideologici”.

“La missione del Ministero della Cultura non è, e non è mai stata, quella di rappresentare la cultura di destra, rappresenta con orgoglio la cultura italiana, in Italia e nel mondo in tutte le sue articolazioni. E’ ovvio che per tanti anni si è depositata una polvere una coltre di silenzio, di diffidenza, perché la storia”. Per Giuli “la logica del rancore e del ‘tocca a noi’ anche basta…”.

 “La narrazione per cui gli intellettuali di sinistra sono tutti con il coltello tra i denti, pronti a lottare contro il risorgente mostro della torsione totalitaria non è vera, molti non vogliono essere sequestrati da una banda di urlatori, quelli che sono andati a sequestrare il Campidoglio nel momento in cui c’è stata la partita del Teatro Argentina. Esistono molti intellettuali di una sinistra tendenzialmente riformista, dialogante o anche più identitaria che non hanno voglia di passare come i fratelli Rosselli, come gli esuli fuori e dentro la patria”.

“Basta contributi a pioggia, chi sa fare il cinema non ha nulla da temere. La stagione dei contributi a pioggia per produzioni cinematografiche è finita. C’è un accordo tra il governo, il Mic, e società di produzioni e registi che non ne potevano più di vedere risorse disperse in troppi rivoli di produzione che se non erano clandestine, quasi lo erano. Quindi si è deciso di comune accordo di stabilire delle regole più rigide e soprattutto misure di controllo affinché la buona reputazione del cinema italiano non venga sporcata da una dispersione di soldi in rivoli che non conducono da nessuna parte. La mia porta è aperta a tutti, valuto i prodotti, per questo dico che la smetteremo di finanziare film che non va a vedere nessuno, ce lo chiedono gli stessi operatori del cinema, che sono i primi a non poterne più del reddito di cittadinanza da pellicola. Da oggi regole rigide e basta distribuzione di denari a pioggia, si punta ad alzare la qualità”.

Giuli, illustrerà le linee essenziali della sua azione alle commissioni congiunte delle Camere. “Per ora posso dire che il mio lavoro sarà in continuità con quello del mio predecessore, Gennaro Sangiuliano, che ha fatto bene, e non solo perché la mia nomina alla presidenza del Maxxi fu la sua prima scelta. Tante biblioteche, tanta riqualificazione delle periferie e tanto ambiente saranno il mio tocco personale”.

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