All’ inizio del suo mandato , il Presidente degli Stati Uniti d’ America, Joe Biden, rivendicò il ritorno dell’ America sul proscenio mondiale. Lo è stato, ma solo per un certo periodo. Dal 7 ottobre, giorno dell’ attacco terroristico di Hamas, in Israele, gli Usa hanno perso gradualmente la capacità di incidere sugli equilibri internazionali e non solo nel martoriato medioriente. Per molto tempo Joe Biden ha pensato o meglio sognato di sconfiggere le tirannie nel mondo per portarvi la democrazia in stile Usa. Ha gestito con equilibrio e saggezza la prima fase del conflitto russo-ucraino, evitando il coinvolgimento dei soldati americani e di quelli Nato, lasciando aperto il canale di comunicazione con la Russia. Ma trovandosi difronte il cinismo spietato di Vladimir Putin, le cose per lui si sono complicate. Ha cercato di trovare, con molta fatica e scarso successo, l’ elemento equilibratore tra il non abbandonare l’ Ucraina al suo destino e l’ esigenza concreta di chiudere il conflitto al più presto. Stessa sorte, ma ancora peggio gli è andata con Israele. Dopo la strage del 7 ottobre ha cercato in tutti i modi di dissuadere il Premier israeliano, Netanyahu, di usare il buon senso e non cedere all’ istinto della rabbia. Il Premier ha fatto finta di non sentire e ha tirato dritto per la sua strada. Decisione legittima: Israele è uno stato indipendente e sovrano. Ma Netanyahu nei confronti degli Usa ha avuto un atteggiamento, mi si passi una parola poco compita, di strafottenza e anche di ingratitudine verso un alleato che in un anno gli ha dato 18 miliardi di dollari di aiuti militari, per proteggere lo Stato ebraico. Mai Israele si era comportato così nei confronti dello storico alleato. A nulla sono valsi gli innumerevoli viaggi del Segretario di Stato, Blinken, a Telaviv, né i tentativi della Casa Bianca di trovare un’ accordo con Hamas, per un cessate il fuoco a Gaza, con la mediazione del Quatar ed Egitto. La tregua, peraltro, serviva per permettere l’ arrivo degli aiuti umanitari per la popolazione di Gaza e per far liberare gli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas, oltre a poter essere il punto di partenza per un negoziato complessivo che avrebbe potuto, un giorno, portare alla soluzione dei” due Stati e due popoli” . Nulla di questo è stato fatto e possiamo dire , allora, che siamo difronte ad un clamoroso fallimento della politica estera Usa. Più volte Biden ha minacciato Netanyahu di tagliare i rifornimenti militari, ma non ha potuto. Quindi il Premier israeliano ha usato la Casa Bianca come una banca. Lo stesso ha fatto Zelensky. Quindi il peso degli Usa ridotto al minimo. L’ unico consiglio della Casa Bianca a Netanyahu è di colpire in Iran i pozzi petroliferi e lasciare illesi i siti nucleari. Un Presidente americano che si avvia chiudere il suo mandato in modo mesto , lasciandosi alle spalle un Paese indebolito dalle guerre.
Gli Usa indeboliti dalle guerre
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