Si aggravano, ora dopo ora le tensioni nello scacchiere mediorientale, dove si sta con il fiato sospeso in attesa di una reazione iraniana all’ uccisione del leader di Hamas Ismail Haniye e dove lo scorso lunedì le milizie sciite legate al regime iraniano hanno sferrato un attacco ad una base americana in Iraq, ferendo cinque militari.A questo si aggiunga il fallito attentato all’ ex Presidente Donald Trump ai primi di luglio, per il quale il Dipartimento di Giustizia americano ha formulato vari capi di accusa nei confronti di un cittadino pakistano di cui non sono state rese note le generalità, indiziato di intrattenere forti legami con il regime iraniano. L’ Iran, ormai da anni, pianifica attentati contro i più alti esponenti della politica e delle istituzioni statunitensi. L’ intelligence americana ha chiaramente detto che Trump era sulla lista dei possibili obiettivi di Teheran e l’ attentato di luglio ne è stata la conferma. Da anni l’ Iran cerca di eliminare i dissidenti che vivono all’estero e anche negli Usa. Ma colpire un ex Presidente degli Usa , per giunta in corsa di nuovo per la Casa Bianca , e’ stata una mossa azzardata per l’ Iran con ripercussioni potenzialmente molto gravi. Per questo, l’Iran usa strategie particolari per queste operazioni. Nei paesi meno ostili i servizi iraniani agiscono direttamente o al massimo con la connivenza di basisti. Negli Usa,invece, usa agenti esterni, perché l’ intelligence americana è molto attenta e anche per aumentare la possibilità di dichiararsi estraneo ai fatti. Se fosse confermato, il pakistano indiziato di essere connivente con il regime iraniano e coinvolto nel fallito attentato a Trump, e’ la prova che l’ Iran negli Usa usa agenti esterni. Gli ayatollah per infiltrarsi in molti paesi con i loro agenti segreti usano anche la via della cultura, attraverso scambi tra le università iraniane e quelli di atri paesi. Tornando alla crescente escalation delle tensioni tra Iran e i suoi alleati, Hezbollah, Hamas e varie milizie sciite sparse in molti paesi mediorientali e Stati Uniti e Israele, ci dobbiamo aspettare da entrambi i contendenti uno scontro senza esclusione di colpi, ivi compresi attentati terroristici contro obiettivi ben precisi, anche leader politici e capi di stato.
Gli Usa nel mirino degli ayatollah
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