Grande successo per la conversazione tra Donald Trump ed Elon Musk su ‘X’. In realtà una autentica ‘americanata’, priva di qualsivoglia ed interessante contenuto

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Donald Trump è stato il protagonista di due ore di conversazione sulla piattaforma social X, ex Twitter, con il proprietario, Musk. Il collegamento è stato lanciato con quaranta minuti di ritardo a causa di un “massiccio attacco a X” presumibilmente di hacker, il cui obiettivo, ha spiegato Musk, era “non permettere a Trump di parlare”.

La “conversazione” tra i due su X, avvenuta alle 3 di notte in Italia, ha avuto finora numeri record: è stata ascoltata finora da 16,4 milioni di persone, 84 milioni le visualizzazioni sul post, 319 mila i commenti, 111 mila i ‘retweet’, 374 mila i ‘Mi piace’. Lo riporta Musk sulla sua piattaforma social, avvertendo che “Domani esploderà ancora di più”.

Il candidato presidente repubblicano ha rilanciato i suoi temi caldi, a partire dalla invasione di migranti, di Xi e Putin, della sua avversaria,  Kamala Harris, ‘incompetente e candidata di terzo grado’, la ha accusata  di avergli copiato la proposta di non tassare le mance e ricordato di come sotto di lui l’America ‘fosse cresciuta in modo straordinario’. Il tycoon ha attaccato il sistema giudiziario definito ‘malato’, accusato la procura di New York di averlo perseguitato. Poi: ‘Rischiamo la Terza guerra mondiale’, con   il patron di Tesla che concorda: ‘Penso che la gente sottovaluti il rischio’.

Non sono mancati attacchi a Bruxelles, che aveva criticato l’intervista parlando del pericolo di diffusione di fake news. L’Ue si ‘approfitta di noi negli scambi commerciali’ e noi li difendiamo con la Nato: dovrebbe pagare quanto noi per l’Ucraina’, ha detto Trump, mentre il patron di Tesla ha ricordato a Trump di aver ricevuto una lettera da Bruxelles prima dell’intervista. ‘Ci sono tentativi di censura da parte di altri paesi’, ha messo in evidenza Musk.

Il Commissario europeo per il Mercato Interno, Thierry Breton, aveva inviato una lettera a Elon Musk, proprietario di X (già Twitter), ricordandogli le sue responsabilità legali secondo il Digital Services Act (Dsa) dell’Unione Europea. La lettera è stata diffusa poche ore prima dell’intervista del fondatore di Tesla al candidato repubblicano Donald Trump. ‘Poiché i contenuti in questione sono accessibili agli utenti dell’Ue e vengono amplificati anche nella nostra giurisdizione, non possiamo escludere potenziali ricadute nell’Ue’, ha detto Breton in una dichiarazione pubblicata proprio su X. Breton ha aggiunto che ‘qualsiasi effetto negativo dei contenuti illegali potrebbe portare Bruxelles a intraprendere ulteriori azioni contro X, utilizzando tutti gli strumenti provvisori a disposizione’.

Puntuale e secca è arrivata la dura risposta del Ceo di Tesla e proprietario di X che, rivolgendosi direttamente a Thierry Breton, ha scritto testualmente: ‘Fai un grande passo indietro faccia di c..’.

Nella diatriba è intervenuta ufficialmente la presidenza della Commissione Ue sconfessando pubblicamente il suo rappresentante: ‘Quello che il commissario Breton ha espresso nella lettera è una preoccupazione generale, sottolineando che le regole ai sensi del Digital Services Act devono essere rispettate dalle grandi piattaforme. Per quanto riguarda i tempi e la formulazione della lettera, queste non sono stati né coordinati, né concordati con la presidente von der Leyen, né con il Collegio dei commissari’,  ha detto la portavoce della Commissione europea, Arianna Podestà.

A difendere l’uomo più ricco del mondo è intervenuto lo staff di Donald Trump, chiedendo all’Europa di non intromettersi nelle vicende americane. L’Unione europea ‘dovrebbe farsi gli affari propri’ invece di cercare di intromettersi nelle elezioni presidenziali statunitensi. Lo ha scritto su X Steven Cheung, portavoce del candidato repubblicano Donald Trump. ‘Cerchiamo di essere chiari: l’Unione europea è nemica della libertà di parola e non ha alcuna autorità per dettare il modo in cui facciamo campagna elettorale’, ha aggiunto Cheung.

Trump viene descritto come distratto e con idee poco chiare dopo la nomina per i democratici di Kamala Harris, e ha resistito agli insistenti pressioni dei suoi finanziatori riuniti a Mar-a-lago che gli hanno chiesto di ammorbidire i toni e guadagnare punti sul fronte della ragionevolezza. Trump ha risposto: ‘Io sono io e sono fatto così’. Appendice: Trump prende giorno dopo giorno le distanze da Putin e ha diffuso una dichiarazione su YouTube in cui si rivolge a Vladimir chiamandolo ‘tesoro mio’, apple of my eye, in cui gli dice: ‘Ti avevo implorato di non invadere l’Ucraina. Ma tu l’hai fatto ed è una sciocchezza enorme. E ti accorgerai di quanto saranno gravi le conseguenze delle tue azioni. Prima ancora di entrare nello Studio Ovale chiuderò questa guerra e tu, caro Vladimir, ti accorgerai dell’errore che hai fatto’. Non sono più parole amichevoli e concessive come in passato, e questo nuovo atteggiamento si accompagna col fatto che Zelensky gli ha telefonato chiamandolo ‘grande amico mio’ e che lo stesso presidente ucraino stia invadendo la Russia, costringendo Vladimir Putin a balbettare davanti alle telecamere.

Trump, i cui debiti continuano ad aumentare, di certo, stava meglio quando era presidente. Infatti ha chiesto 100 milioni di dollari di risarcimento al dipartimento di Giustizia per il raid condotto da Fbi due anni fa a Mar-a-Lago dove vennero trovati oltre 300 documenti che aveva portato via dalla Casa Bianca.

Kamala Harris, che  la prossima settimana a Chicago sarà ufficialmente insediata al posto di Joe Biden al vertice del ticket democratico, ha  goduto di una partenza in discesa che ha irritato  l’ex presidente Usa. Internet è esplosa di meme e video su di lei, i suoi incontri con gli elettori si sono trasformati in bagni di folla (12mila persone all’appuntamento di Las Vegas nel fine settimana), grandi e piccoli donatori hanno aperto il portafogli (oltre 12 milioni di dollari di dollari solo la notte scorsa) e i sondaggi l’hanno fotografata in vantaggio sul rivale repubblicano in almeno tre Stati chiave. Sono poi emerse rilevazioni che la mostrano in forte aumento fra i latinos, gruppo demografico fondamentale nella corsa per la Casa Bianca, ma anche, per la prima volta dall’inizio della campagna elettorale, una maggiore fiducia da parte degli elettori nella gestione dell’economia. Per cementare il successo iniziale, il partito democratico ha lanciato il suo primo blitz pubblicitario da quando la vicepresidente ha scelto il governatore del Minnesota Tim Walz come numero due. Si tratta di cartelloni in inglese e spagnolo nelle principali aree metropolitane degli Stati in bilico che presentano la candidata e il suo vice con la scritta ‘Fighting for you’ (Combattendo per voi), accanto a Trump e a J.D. Vance con la frase ‘Out for themselves’ (In gara per se stessi).

Ovviamente è presto per trarre conclusioni. ‘Abbiamo avuto un paio di settimane veramente buone, ma abbiamo ancora molto lavoro da fare’ – ha ammesso Harris –‘Non possiamo dare niente per scontato’.

Per ora il  tandem democratico formato da Kamala Harris e Tim Walz attacca:  ‘L’estremismo di Donald Trump e la sua pericolosa agenda Prject 2025 sono la caratteristica, non il difetto della sua campagna presidenziale e, ora, sono stati pienamente mostrati a quelli che hanno avuto la sfortuna di ascoltarlo stasera durante quello che è accaduto su X.com’, ha scritto la campagna in un comunicato pubblicato anche su X. ‘L’intera campagna di Trump è al servizio di gente come Elon Musk e di sé stesso. I ricchi, ossessionati da sé stessi, che schiacciano la classe media e che non sono neanche capaci di gestire un livestream nell’anno 2024’, continua il comunicato, facendo riferimento al ritardo nella trasmissione dell’intervista, attribuito da Musk a un attacco informatico. Il comunicato, su X, è stato pubblicato con la didascalia: ‘Il nostro commento a quella cosa, qualsiasi cosa sia stata’.

Secondo Donald Trump, la folla ai comizi della sua avversaria dem alle prossime elezioni presidenziali sarebbe finta. Tutto un trucco creato dall’IA, l’intelligenza artificiale.

Il campo di battaglia americano è sempre più imprevedibile. Il primo round vede la scazzottata tra i due aspiranti vicepresidenti, cioè Vance, running mate di Donald Trump, e Tim Walz, il compagno di Kamala Harris. La Harris per il momento vince: ha fatto il pieno di tutte le minoranze, dagli indiani dell’India ai nativi americani, ai neri, ai latini o alle persone LGBTQ+. La Harris è la figura politica più imitata dai comici: quando dovrebbe concludere un ragionamento, scoppia a ridere come se chiamasse tutti a convenire che la cosa migliore è farsi una bella risata e passare ad altro. I social ne sono pieni. Ma il suo successo è fondato sull’odio che Trump attira. Basti pensare alla gente in strada che dice semplicemente “Voterò Kamala Harris perché tutto è meglio di Trump. Preferirei spararmi piuttosto che rivederlo alla Casa Bianca”.

Non sono mancati gli attacchi a Kamala Harris anche da parte di Musk. Il proprietario di Tesla ha però prima esaltato Trump a inizio diretta: ‘Penso che siamo a un bivio nel destino della civiltà e penso che dobbiamo prendere la strada giusta e, e penso che tu sia la strada giusta. Dovresti vincere per il bene del paese’. Poi ha ribadito che per lui ‘Kamala Harris è una non moderata di sinistra’. ‘E’ una radicale di San Francisco, è più a sinistra di Bernie Sanders, sarà peggio di Joe Biden’,  ha aggiunto Trump. Poi critica la copertina Time Magazine dove hanno disegnato Harris ‘bellissima, come Melania’.

Il delirio di Trump è proseguito quando ha accusato i democratici di aver realizzato un vero e proprio colpo di stato per rimuovere Biden, di cui ha attaccato lo stato mentale. Tutto è proseguito quando ha suggerito a Musk che, in caso di vittoria di Harris, dovrebbero incontrarsi a pranzo in Venezuela, perché sarà un posto ‘molto più sicuro’ rispetto agli Stati Uniti. Non è mancata neanche una pseudo offerta a Musk nella squadra di governo in caso di vittoria. Trump ha infatti parlato della possibilità di mettere il ricco imprenditore alla guida di una Commissione per ridurre i costi del governo federale. Musk si è ovviamente detto disponibile.

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