«Vogliamo la verità e vogliamo sapere quanti soldi sono stati spesi». Il capodelegazione di FdI al Parlamento europeo, Carlo Fidanza, ha posto la questione in Aula a Strasburgo, dopo l’emersione dello scandalo dei finanziamenti della Commissione Ue, nella passata legislatura, alle lobby ambientaliste, affinché sostenessero, condizionando l’opinione pubblica e gli stessi europarlamentari, le follie green promosse da socialista olandese Frans Timmermans, allora vicepresidente della Commissione con delega al Green Deal.
Fidanza ha chiesto a Strasburgo l’istituzione immediata di una Commissione d’inchiesta su questo Greengate, che «ha travolto – ha sottolineato – le anime belle della sinistra rosso-verde». «Quello che è emerso ieri ha già un nome: greengate. Uno degli scandali più inquietanti degli ultimi anni in Europa, una pietra tombale su certe politiche ultra-green dirette (come abbiamo sempre sostenuto!) non da motivi scientifici, ma da interessi economici», ha spiegato sui propri social l’esponente di FdI. Contestualmente il partito ha annunciato anche che presenterà interrogazioni alla Camera e al Senato nazionali per sapere se qualcosa di simile sia avvenuto anche in Italia.
Il caso dei finanziamenti alle lobby ambientaliste, per una cifra di almeno 700mila euro, è esploso dopo le rivelazioni del quotidiano olandese De Telegraaf, che ha riferito di aver potuto visionare contratti riservati. Inoltre, una conferma è arrivata dal nuovo commissario europeo al Bilancio, il polacco Piotr Serafin, che ha spiegato che «non è opportuno stipulare accordi che obblighino le Ong a esercitare pressioni sugli eurodeputati. Sfortunatamente, queste pratiche si sono verificate in passato e devono essere sradicate. Sono già state adottate misure per affrontare questo problema e posso assicurare a tutti che non si ripeteranno».
Bufera su Timmermans, dopo il Quatargate si profila il rischio di un macroscopico Greengate. “Per anni la Commissione Ue ha sovvenzionato, tramite il programma Life, lobby ecologiste per fare pressioni a favore del Green deal. Alle organizzazioni – denuncia il Telegraaf – sono stati addirittura assegnati obiettivi per risultati concreti di lobbying presso eurodeputati e Paesi membri”. Stando al quotidiano olandese, Bruxelles avrebbe “utilizzato denaro da un fondo per sussidi climatici e ambientali da miliardi di euro” una “lobby ombra” con l’obiettivo di portare le politiche green in cima all’agenda europea. Tra gli esempi riportati una campagna a favore della contestata Nature Restoration Law, fortemente voluta da Timmermans, che sarebbe stata “promossa da un’organizzazione coordinata di 185 associazioni ambientaliste”
“Durante il mandato di Frans Timmermans come vicepresidente responsabile per il Green Deal – riassume in una nota Carlo Fidanza, capodelegazione di FdI a Strasburgo – la Commissione europea avrebbe segretamente finanziato per più di 700mila euro alcune lobby green per condizionare il dibattito pubblico e il voto dei parlamentari europei a favore delle misure ecologiche varate dall’esecutivo comunitario”.
“Se tali evidenze venissero confermate – incalza l’europarlamentare che ha postato un video sui social – saremmo di fronte a un vero e proprio Timmermans-gate. Una gravissima interferenza sulle dinamiche democratiche del Parlamento e un utilizzo scandalosamente improprio da parte della Commissione Ue di risorse che avrebbero dovuto essere utilizzate a beneficio degli agricoltori”. Fidanza, che è anche coordinatore dell’Ecr in commissione Agricoltura, chiede alla Commissione di fare subito luce sul colossale scandalo.
“Si deve fare immediatamente chiarezza su tutte le somme a ogni titolo versate a soggetti non istituzionali per condizionare il dibattito pubblico. Nonché la conferma dell’esistenza delle relazioni sulle attività di lobbying effettuate. E ogni altra informazione necessaria a fare luce su questo che rischia di essere uno scandalo di proporzioni enormi”, conclude annunciando un’interrogazione urgente. “Oltre al danno anche la beffa e l’illegalità! L’inquietante scenario descritto dal quotidiano olandese pone sconcertanti interrogativi sulla condotta delle politiche green da parte della Ue e del suo paladino Franz Timmermans”. Così Nicola Procaccini, co-presidente del gruppo dei conservatori al Parlamento europeo. “È necessario fare luce e andare a fondo per capire se Bruxelles ha agito in maniera irregolare per imporre politiche ambientali attraverso l’illegalità. Generando i risultati disastrosi che sono sotto gli occhi di tutti, attraverso finanziamenti a lobby ecologiste, esponenti politici e addirittura Paesi interi per orientare decisioni e politiche in materia ambientale, un vero e proprio Timmermans-gate. Il tutto senza valutare le conseguenze né rispettare la volontà dei cittadini”. “Quello che sta emergendo sulla stampa internazionale è uno scandalo di proporzioni colossali”, commenta l’europarlamente di FdI-Ecr Pietro Fiocchi, “la delegazione di Fratelli d’Italia intende andare a fondo per portare alla luce ogni aspetto di quello che si configura come un vero e proprio Green-Gate, orchestrato ai danni di famiglie e imprese italiane ed europee”.
Già dal 2021, Coldiretti è stata la prima e l’unica a denunciare l’imbroglio verde e come più volte dietro questi processi di falso ambientalismo ci potesse essere ben altro, compresa anche la spinta molto forte da parte di multinazionali che hanno interessi economici legati ad altre forme di business come quello dei cibi fatti in laboratorio, su cui sta investendo una lobby di oligarchi multimiliardari”, afferma Ettore Prandini di Coldiretti, commentando il ‘Greengate’ lo scandalo emerso nell’Unione Europea, in cui la Commissione Europea, durante il mandato di Frans Timmermans come vicepresidente responsabile per il Green Deal, avrebbe finanziato segretamente alcune organizzazioni ambientaliste con oltre 700.000 euro. Questi fondi sarebbero stati utilizzati per influenzare il dibattito pubblico e il voto dei parlamentari europei a favore delle politiche ecologiche promosse dalla Commissione.