“Ora fermiamoci con le carte bollate, voglio sconfiggere Conte sul piano mediatico…”, sono le parole del garante e co-fondatore del M5S che avrebbe deciso di togliere il piede dall’acceleratore per quanto riguarda l’offensiva legale contro l’ex presidente del Consiglio e di tenere un profilo più basso, pur senza rinunciare a qualche pungolata via social.
Tutto accede per motivazioni di carattere economico e parliamo della parcella chiesta a Grillo dall’avvocato Pieremilio Sammarco (spese che il comico genovese avrebbe proposto di onorare attraverso un crowdfunding, una raccolta fondi) ma soprattutto del rischio, più che concreto, di perdere lo scudo legale garantito dal M5S e il contratto di consulenza da 300mila euro l’anno che lega Grillo al Movimento. L’avvocato Sammarco avrebbe spiegato a Grillo che le sue speranze di impugnare un eventuale voto degli iscritti su nome, simbolo M5S e regola del doppio mandato sono ridotte al lumicino.
Tra la fine di agosto e l’inizio di settembre si infiamma lo scontro ai vertici del M5S e il co-fondatore del Movimento 5 Stelle decide che è arrivato il momento di passare alle aule di tribunale. È l’ex sindaca di Roma Virginia Raggi, fedelissima di Grillo e principale esponente dell’opposizione interna a Giuseppe Conte, a favorire l’incontro tra il comico e l’avvocato Sammarco, titolare dello studio nel quale la stessa consigliera capitolina ha lavorato in passato. Il primo faccia a faccia tra Grillo e il professor Sammarco avviene a Roma il 4 di settembre, in territorio neutro: non presso lo studio Sammarco – situato a pochi passi da Piazza Cavour – ma in zona Parioli, lontano da occhi e penne indiscrete. Il legale, che nel corso della sua carriera professionale ha già affrontato cause relative all’uso di simboli partitici, elabora su richiesta di Grillo un parere nel quale mette nero su bianco quali sono le vie percorribili e quali, invece, gli ostacoli insormontabili in questa lunga guerra di logoramento: da un lato, Sammarco intravede la possibilità concreta di sfilare il simbolo del M5S all’associazione presieduta da Conte; dall’altro fa capire a Grillo che impedire il voto degli iscritti sui “tre pilastri” (nome, simbolo e regola del doppio mandato) è molto, molto difficile, ammesso che l’iter procedurale impostato da Conte per arrivare al voto dopo l’assemblea costituente sia lineare e privo di intoppi.
Ma quando Sammarco presenta il conto della parcella che Grillo, da buon genovese, inizia a essere tormentato dai primi dubbi e tira fuori dal cilindro l’idea del crowdfunding: in pratica, una colletta sul web per raccogliere i soldi necessari a onorare le spese legali. Sammarco non si mostra entusiasta e Grillo chiede al prof. Sammarco di sospendere qualsiasi azione giudiziaria contro Conte. Poi, Conte avrebbe fatto recapitare un messaggio molto preciso a Grillo: al primo atto giudiziario che intraprendi contro di me e il Movimento, annullo il contratto di consulenza e faccio cadere lo ‘scudo’ che ti esenta dal pagamento delle spese legali per le cause.
Sul suo blog Grillo inaugura, in alternativa a procedure legali, la “bacheca del mugugno” raccogliendo gli sfoghi di iscritti e militanti contro il leader pentastellato; e in ultimo, posta sui social una foto che lo ritrae con la barba lunga, accompagnata dalla didascalia “sto ancora aspettando le risposte di Conte…”.