Hillary Clinton e  complotti internazionali per far deragliare la corsa di Kamala Harris alla Casa Bianca

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Hillary Clinton: “Ci sarà una sorpresa di ottobre, per far deragliare la corsa di Kamala Harris alla Casa Bianca. Non so quale, ma sarà enorme, e dobbiamo essere pronti ad affrontarla”, è la frase dell’ex candidata democratica sconfitta da Donald Trump,  a margine di un incontro organizzato dalla Clinton Global Initiative, durante l’Assemblea generale dell’Onu. La Clinton   ipotizza azioni da parte di potenze straniere per favorire Trump e influenzare le elezioni americane.

“Basta ascoltare quello che dice, le minacce che  ha annunciato chiaramente che intende rovesciare il nostro sistema, perciò le elezioni del 5 novembre rappresentano davvero una minaccia esistenziale per l’America”. La Clinton – come racconta Repubblica – si aspetta “un’enorme sorpresa di ottobre, perché ci sono paesi molto attivi nel tentativo di influenzare le nostre elezioni, come Russia, Iran e anche Cina. Forse cercheranno di distruggere la credibilità di Harris, con le menzogne. Sappiamo come funziona il meccanismo. Qualcuno mette in giro sui social una storia falsa, tipo quella riguardo me stessa, che conducevo un traffico di bambini per pedofili dal sottoscala di una pizzeria di Washington. I media conservatori come la Fox tv la riprendono, senza fare alcuna verifica, e così anche gli altri sono costretti a riportarla. A quel punto tutti la sentono, anche se è una bugia. Non so cosa accadrà, ma dobbiamo aspettarci qualcosa di grosso”. L’ex segretaria di Stato Usa pensa a Putin, che “vuole chiaramente ricostruire la grande Russia, se non proprio l’intero ex impero sovietico”,  con la complicità di Trump.

Le azioni della società del candidato repubblicano alla presidenza Donald Trump sono crollate del 10%, segnando un nuovo minimo ed estendendo le recenti perdite, dopo che sono state revocate le restrizioni alla vendita, il cosiddetto periodo di lock-up legato al debutto in Borsa a marzo. In base alle disposizioni relative alla quotazione di Trump Media & Technology Group, a partire dalla fine di questo mese, a Trump e agli altri investitori sarà consentito di vendere azioni, inondando potenzialmente il mercato di ulteriori vendite.

Il titolo della Trump Media & Technology Group posseduta al 57% da Trump è in discesa da sei sedute consecutive, anche se il grafico delle quotazioni mostra un andamento discendente partito da prima dell’estate, pur con qualche occasionale ripresa. La sua capitalizzazione di mercato è a 2,4 miliardi di dollari. Le azioni della società, che gestisce l’app Truth Social, hanno chiuso la giornata di ieri a 12,15 dollari, la chiusura più bassa dal debutto in borsa di Trump Media, riporta Reuters.

Donald Trump possiede il 56,6% delle azioni di Media Trump, United Atlantic il 5,5%, Arc Global il 5,5% e poi ci sono Phillip Juhan 0,2%, Devin Nunes 0,06%, Scott Glabe 0,01%

Dopo il suo debutto a Wall Street, il valore di Trump Media era salito vertiginosamente, arrivando a quasi 10 miliardi di dollari, grazie ai sostenitori di Trump e ai trader che l’hanno vista come una scommessa speculativa sulle sue possibilità di assicurarsi un secondo mandato presidenziale di quattro anni. Ma le azioni di Trump Media hanno perso costantemente terreno dopo che Joe Biden si è ritirato dalla corsa alle presidenziali Usa.

I sondaggi mostrano di volta in volta in testa Trump oppure la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris: ciò fa desumere che il confronto tra i due sarà serrato in vista delle elezioni presidenziali del 5 novembre. In un’intervista rilasciata domenica, Trump ha dichiarato che non si candiderà per la quarta volta consecutiva alla presidenza degli Stati Uniti se perderà le elezioni del 5 novembre.

Trump e Kennedy, un binomio che rischia di far saltare i piani dei democratici. Il sostegno del figlio di Bob Kennedy al candidato repubblicano ha agitato le acque in casa di Kamala Harris:  “Bobby e io combatteremo insieme per sconfiggere l’establishment politico corrotto”, ha dichiarato Trump. Robert Kennedy junior, candidato indipendente e fuoriuscito dai democratici, ha ribadito che il suo sostegno a Trump è per un cambiamento degli Stati Uniti che il suo vecchio partito non è più in grado di rispettare.

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