Da tempo nel PD la componente cattolica cerca di farsi largo ed occupare un posto più rilevante . Il 18 gennaio si riuniscono alcuni di quei cattolici che desiderano contare di più all’ interno del partito ed in politica. Non è chiaramente il tentativo di creare un partito dei cattolici , né di creare una corrente all’ interno. Nulla di tutto questo. È il segnale che che nella casa comune credenti e non credenti non vivono senza screzi . Al contrario sembra proprio che la gran parte della sinistra cattolica sia alla ricerca di un ruolo di centralità che le consente di sentirsi più a proprio agio. Affermazioni di valori e principi che per troppo tempo sono stati messi ai margini. Temi istituzionali come la difesa della Carta Costituzionale, no al premierato, no all’autonomia differenziata. In sostanza si cerca di affermare un credo politico nuovo e più coerente ed efficace. È la strada parallela su cui stanno lavorando Renzi e Calenda anche se a tratti divergente. Altro punto è la ricerca del federatore che riunisca sotto un unico ombrello protettivo tutte le anime della sinistra, come fece Romano Prodi , con l’ Ulivo ,ma questo appare un punto dolens per la leadership di Elli Schlein. Certo nessuno contesta la segreteria, ma la sfida sembra essere lanciata. Ma chi sarà il nuovo Prodi allo stato non è dato di saperlo. Il tentativo di lanciare il nome di Ruffini , ex direttore generale dell’ agenzia delle entrate, è naufragato miseramente. Tuttavia se un nuovo Prodi non appare ancora all’ orizzonte, sarebbe opportuno che la segreteria del PD ascoltasse di più la voce di personalità più anziane che vengono dalla sua stessa storia politica,che occupano ancora oggi rilevanti cariche della Repubblica. Il malcontento incomincia a serpeggiare e prima o poi si manifesterà, come sta avvenendo per l’ area cattolica. Al momento occorre rafforzare il partito con una classe dirigente più credibile, una classe di futuri eventuali ministri.
I cattolici vogliono contare di più nel Pd
Date: