In merito alla recente decisione del Governo di ampliare i centri di accoglienza in Albania trasformandoli di fatto in CPR (Centri di Permanenza per il Rimpatrio), Agostino Sella, presidente dell’Associazione Don Bosco 2000, esprime forte preoccupazione e critica apertamente la scelta, definendola un’operazione politica sulla pelle dei più poveri e abbandonati. |
“Se il centro in Albania diventa un CPR, ci troveremo di fronte a una situazione gravissima: i ragazzi verranno trattenuti per un massimo di 18 mesi, spesso imbottiti di psicofarmaci, con tutte le conseguenze che questo comporta per la loro salute fisica e mentale. Ma il vero problema si pone alla fine di questo periodo: cosa succederà a questi ragazzi?” – dichiara Sella. |
Secondo la normativa dovrebbero essere rimpatriati nei paesi di origine, ma senza accordi bilaterali per il rimpatrio, questo non sarà possibile. |
Infatti “In Albania non potranno essere rilasciati, quindi l’unica soluzione sarà riportarli in Italia, dove verranno rilasciati sul territorio nazionale dopo un lungo periodo di detenzione e trattamento farmacologico. È una situazione insostenibile, che dimostra l’assenza di una strategia chiara e di una politica migratoria realmente umana e responsabile” chiarisce ancora Agostino Sella. |
Agostino Sella sottolinea come questa misura rischi di trasformarsi nell’ennesimo atto di gestione emergenziale che non risolve il problema, ma anzi lo aggrava, compromettendo la salute e la dignità di persone già vulnerabili. |
Come Associazione riteniamo che serva una politica migratoria basata sull’inclusione e sulla dignità, non sulla detenzione e sull’abbandono. |