“Grazie ai miei meravigliosi amici della delegazione repubblicana del Michigan e ai tanti altri incredibili repubblicani al Congresso che vogliono venire con me a celebrare i nostri storici primi 100 giorni martedì. Sarà una giornata straordinaria”. Lo scrive su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
“Vorrei – prosegue Trump – che tutti potessero venire con me, ma questa è una settimana cruciale per lavorare su ‘l’unica, grande, bella legge’, che comprenderà massicci tagli alle tasse, forti misure di sicurezza alle frontiere, importanti progressi militari, una deregolamentazione radicale, potenti riforme della spesa e molto altro! È molto più importante che tutti rimangano a Washington questa settimana per lavorare sodo e velocemente su tutto questo: deve essere fatto. Daremo slancio alla prosperità economica e accelereremo verso l’età d’oro dell’America”.
“Sto riportando in vita il Columbus Day dalle sue ceneri. I Democratici hanno fatto tutto il possibile per distruggere Cristoforo Colombo, la sua reputazione e tutti gli italiani che lo amano così tanto. Hanno abbattuto le sue statue e non hanno messo altro che la scritta ‘Woke’, o peggio ancora, niente di niente! Beh, sarete felici di sapere che Cristoforo farà un grande ritorno. Il sottoscritto sta ripristinando il Columbus Day con le stesse regole, date e luoghi, come è stato per tutti i decenni precedenti”. E ancora, in merito all’ingresso di migranti dal Messico “sono entrate solo 3 persone, contro le centinaia di migliaia della scorsa amministrazione. Non c’è mai stata una differenza così grande prima. Congratulazioni America”.
Trump ha anche annunciato la possibilita’ di una riduzione o eliminazione delle imposte sul reddito per le persone che guadagnano meno di 200.000 dollari all’anno quando entreranno in vigore i dazi. “Quando i dazi entreranno in vigore, le tasse sul reddito per molte persone saranno sostanzialmente ridotte, forse anche eliminate del tutto. L’attenzione si concentrerà su coloro che guadagnano meno di 200.000 dollari all’anno”, ha scritto il presidente repubblicano su Truth Social. Nel suo messaggio
“Solo altri 1361 giorni”. È così che l’Economist “celebra” con la copertina del suo ultimo numero il traguardo dei 100 giorni dall’inizio del secondo mandato del presidente Usa Donald Trump. Il settimanale britannico sceglie eloquentemente di accompagnare il titolo alla raffigurazione di un’aquila, il simbolo per eccellenza degli Stati Uniti, in parte spiumata e, piuttosto malconcia, avvolta da bende. Una rappresentazione che riassume le tempeste nelle relazioni internazionali ed economiche scatenate dai provvedimenti varati dal tycoon dopo il suo ritorno a Washington.
E in effetti, molte delle azioni del leader degli Stati Uniti non hanno sollevato perplessità solo tra gli osservatori esteri ma persino tra i cittadini americani. Per averne contezza basta scorrere una serie di sondaggi pubblicati nelle scorse ore che rendono evidenti tutti i dubbi che cominciano a serpeggiare tra gli elettori Usa a meno di sei mesi dal voto che ha incoronato The Donald.
Stando ad una rivelazione condotta dall’Associated Press, quattro americani su 10 dichiarano che Trump è stato un presidente “terribile” in questa prima parte del suo secondo mandato, due su 10 ritengono la sua performance nella media e tre su 10 valutano che sta facendo un buon lavoro. Solo il 39% degli statunitensi approva nel complesso la gestione della presidenza da parte dell’attuale inquilino della Casa Bianca. Il 40% ne approva il modo in cui sta guidando la politica estera, i negoziati sul commercio e l’economia e appena il 54% dei repubblicani intervistati sostiene che Trump sia focalizzato sulle “giuste priorità”.
Il 59% degli elettori consultati per un sondaggio del New York Times/Siena College ritiene che sin qui il secondo mandato del miliardario possa essere definito “spaventoso” e il 66% “caotico”. L’indice di gradimento del commander in chief si attesta al 42%, un dato che sembra confermare che “la luna di miele” post-elettorale sia già terminata. La rilevazione mostra poi come l’economia, uno dei temi che hanno convinto gli americani a preferire Trump al democratico Joe Biden, sia diventato un tallone d’Achille anche per il tycoon: appena il 43%, infatti, ne approva la gestione economica. In particolare, la sua politica sui dazi è vista di cattivo occhio dal 55% degli elettori, incluso il 63% degli indipendenti, un bacino elettorale chiave che però spesso sfugge ad una facile identificazione. Inoltre, per il 54% degli intervistati Trump ha “abusato” dei poteri a sua disposizione, incluso il 16% dei repubblicani e il 62% di chi si definisce indipendente.
Segnali negativi per il leader Usa arrivano anche dal sondaggio condotto dal Washington Post assieme ad Abc News e all’istituto Ipsos secondo il quale il 55% degli americani disapprova l’operato di The Donald. Per tale rilevazione, il gradimento di Trump è sceso dal 45% di febbraio al 39% di aprile. Il quotidiano sottolinea nella sua analisi che al traguardo dei 100 giorni di governo l’indice di approvazione di un presidente non è mai stato così basso.
C’è insomma poco da festeggiare per il tycoon, considerato “distaccato” dai problemi delle persone comuni da sei americani su 10. Non va però meglio sul fronte opposto. Quasi sette americani su 10 ritengono infatti che anche il partito democratico sia lontano dalle questioni che preoccupano i cittadini. Se si può immaginare la reazione scettica del capo della Casa Bianca alla ridda di bocciature che emergono dalle indagini realizzate da media ritenuti da lui ostili, sarà più difficile farlo con la più “allineata” Fox News. Anche in questo caso si registra il parere negativo della maggioranza degli intervistati nei confronti della performance del repubblicano.
Secondo un recente sondaggio, la popolarità del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è in calo tra gli elettori del Partito Repubblicano. I risultati indicano una riduzione del sostegno al Partito Repubblicano tra gli elettori americani.
Il 22 aprile, Newsweek ha sottolineato il preoccupante risultato di questo sondaggio sulle intenzioni di voto dei candidati al Congresso. Il risultato, infatti, indica che il partito sta affrontando serie difficoltà con l’elettorato, verosimilmente a causa delle politiche economiche adottate durante la presidenza di Trump.
Katie Plummber di Newsweek ha osservato: “I sondaggi negativi sono i primi indicatori di un cambiamento nell’opinione pubblica su Trump e le sue politiche. Una reazione duratura alle sue prime azioni da presidente, tra cui l’introduzione di dazi e l’imposizione di una serie di ordini esecutivi, potrebbe convincerlo a cambiare rotta o rischiare di perdere il sostegno dell’elettorato”.
“Storicamente, gli elettori tendono ad avere più fiducia nei Repubblicani che nei Democratici in materia di economia. Se le preoccupazioni degli elettori non verranno affrontate, tuttavia, i Democratici continueranno a guadagnare terreno nelle schede elettorali generiche”, ha osservato il Napolitan News Service. Non è chiaro se i progressi dei democratici continueranno ad aumentare nonostante i crescenti errori di politica economica e commerciale di Trump, ma i sondaggi del Napolitan News Service sembrano suggerire che negli Stati Uniti potrebbe accadere qualcosa di importante.