I rapporti tra la nuova amministrazione Usa e l’ Europa sono un’ incognita

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Se le dichiarazioni di Trump si dovessero concretizzare, quella che si preannuncia per l’ Europa è una battaglia il cui esito rimane tutto da scrivere. Il nuovo inquilino della Casa Bianca intende lanciare una guerra su dazi a livello globale che colpirebbe, oltre alla Cina, anche l’ Europa. Tutto si può fare, ma l’ esito a vantaggio degli Usa non è scontato. Alla fine non ci sarebbero vincitori e vinti, ma solo perdenti , come avvenne durante la prima presidenza Trump. Inoltre l’ Europa dispone di strumenti per rispondere ad eventuali iniziative vessatorie degli Usa, sempre che si trovi l’ unità necessaria. È vero anche che per Paesi come la Germania e l’ Italia la bilancia commerciale con gli Usa è molto attiva , ma per tanti altri stati membri non è così. Se Bruxelles dovesse rispondere con una politica di contro dazi alle merci americane, l’ industria d’ oltre Oceano riceverebbe un colpo non da poco. Lo stesso vale se la politica europea in tema di difesa, dovesse darsi un obiettivo comune e stabilisse di produrre direttamente e prioritariamente con le imprese europee, discriminando le importazioni dagli Usa. Senza contare che l’ Europa potrebbe colpire pesantemente, dal punto di vista fiscale, i giganti del Web americani ; ma occorre ovviamente un’ unità di intenti. E questo spiega la corte spietata che Elon Musk sta facendo alla nostra Presidente del Consiglio. È sotto gli occhi di tutti che Trump non vuole un’ Europa unita, ma al contrario cerca di aprire varchi nel fronte unico e l’ Europa se vuole salvaguardare la sua economia, deve restare compatta. Quello che molti sovranisti non capiscono è che una eventuale guerra commerciale tra Europa e Usa non è una discriminante tra destra e sinistra, ma una distinzione tra chi crede veramente nella sovranità e chi si limita a parlarne. Nessun sovranista tedesco o francese sacrificherebbe sull’ altare di Trump le industrie più importanti. E chi pensa che Giorgia Meloni si avvia a diventare la portavoce dell’ Europa presso la Corte trumpiana, non ha ben capito. Al contrario. Il fatto che la nostra Premier fosse l’ unico capo di di governo dell’ UE invitata alla Casa Bianca per l’insediamento di Donald Trump, significa che è stata lei a chiederlo , magari con l’ Intercessione del suo amico Elon Musk. E questo implica che altri 26 governi pur porgendo le loro congratulazioni di rito, non hanno ritenuto opportuno presenziare per evitare di ascoltare le minacce contro l’ Europa. Perfino Orban era assente . Difronte alla sfida della nuova era Trump, la sovranità dei singoli Stati deve necessariamente coincidere con la sovranità dell’ Europa.

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