A livello internazionale il 2025 spalanca le sue porte e subito si intravede un contesto di numerose incognite. Molte di queste ci interessano da vicino. Le incertezze generate dal conflitto russo- ucraino, l’ evoluzione dei vari focolai di guerra in Medioriente, i rischi che potrebbero venire dalla Presidenza Trump. Partendo dal fronte ucraino , dopo tre anni di guerra si intravede la luce in fondo al tunnel, sembra crescere la propensione ad una svolta. E’ palese a tutti la difficoltà dell’ Ucraina nel proseguire una guerra che sta creando risorse al Paese e consensi al Presidente Zelensky,oltre poi alle intenzioni del Presidente Trump di chiudere presto il conflitto.Ma siamo a livello ancora di buoni propositi perché resta ancora da definire la questione territoriale, quanta parte dell’ Ucraina è destinata a rimanere sotto il controllo della Russia. Resta da stabilire, altresì, a chi spetterà di monitorare il rispetto del cessate il fuoco, lungo una linea di confine lunga mille chilometri. Infine resta da capire se Putin sia interessato, seriamente, ad un accordo sulla fine del conflitto da lui stesso scatenato,ma dal quale, ad oggi, ha ottenuto molto meno di quanto si proponeva. In Medio Oriente la risposta di Israele ad Hamas , dopo la strage del 7 ottobre 2023, è stata furibonda e ha provocato 45000 vittime civili, oltre all’ isolamento internazionale. In Libano ha ridimensionato militarmente Hezbollah, mentre in Cisgiordania, continua senza sosta l’ espansione delle colonie e la repressione della popolazione palestinese, perseguendo l’ obiettivo di una vera e propria sostituzione etnica. In Siria ha occupato dopo anni le alture del Golan tra mille incertezze. Quindi nello scenario mediorientale Israele , almeno apparentemente esce vittorioso. Dall’ altra parte dell’ Oceano il nuovo inquilino della Casa Bianca è stato prodigo di promesse ma anche di minacce. Dazi sulle merci importate dalla Cina ma anche dall’ Europa al fine di proteggere la produzione delle industrie americane e i posti di lavoro. Pressione sull’ Europa per difendere in modo più efficace ed autonomo i propri confini. Deportazione in massa degli immigrati illegali, meno tasse per le famiglie, tagli alla spesa pubblica e sburocratizzazione , con un dipartimento a parte, affidato all’ eclettico Elon Musk. L’ Unione europea, dal canto suo, ha una proprio programma da realizzare: recupero della competitività, maggiore sicurezza economica, maggiore cooperazione per la difesa comune, transizione ecologica. Ma la Nuova Commissione von der Leyen dovrà fare i conti con la crisi politica ed economica di Francia e Germania e con la lentezza dei processi decisionali dell’ UE, pesantemente condizionati dalle diverse sensibilità degli Stati nazionali e da una spinta centrifuga delle forze politiche di estrema destra , che continuano a crescere. Un 2025 pieno di incognite e di ombre.
Il 2025 si apre in un contesto di numerose incognite ed ombre
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