Il dilemma amletico di Biden

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Il Presidente degli Stati Uniti d’ America negli ultimi tre mesi che gli sono rimasti, prima di lasciare definitivamente la Casa Bianca, deve prendere le decisioni finali sulla guerra in Ucraina. E non è semplice. Il Premier britannico, ieri in visita alla Casa Bianca, senza mezzi termini lo ha sollecitato a mettere da parte i suoi tentennamenti e/o dubbi ed autorizzare Zelensky ad usare i missili inglesi e francesi per colpire in territorio russo. Da tempo il Presidente ucraino lo chiede perché il suo intento è quello di portare la guerra in territorio russo per colpire le basi militari da cui partono gli attacchi contro le città ucraine. Il dipartimento di Stato e anche ambienti sia democratici che repubblicani, spingono Biden a rompere gli indugi, autorizzando l’ uso dei missili. Ma il Pentagono che diffida di Zelensky, sostiene che l’ uso dei missili non cambierebbe in modo concreto il corso del conflitto. In effetti il timore di Biden è che Putin consideri un eventuale via libera da parte degli Usa come un atto di guerra della Nato e potrebbe rispondere aiutando l’ Iran a colpire forze americane nel medio oriente, l’altro scenario che toglie il sonno agli Usa . Il Presidente degli Usa non può chiudere il mandato lasciando che la Russia arrivi ad un eventuale tavolo di trattative in posizione di forza, né può correre il rischio di un confronto diretto con Mosca. Ma le sue decisioni o non decisioni o addirittura quelle prese tardivamente, hanno lasciato a Putin la possibilità di dettare in un certo qual modo, l’ andamento del conflitto. Il risultato è una situazione di sostanziale stallo , che Donald Trump sta cercando di sfruttare nella campagna elettorale contro i democratici e alla sua avversaria Kamala Harris, sostenendo che in caso di sua vittoria metterà rapidamente fine ad un conflitto, che secondo lui, mai doveva cominciare. Quindi i tempi della guerra si mescolano inesorabilmente con quelli della campagna elettorale complicando gli scenari. Sia che vinca Trump, sia che vinca Harris, l’ America sarà comunque impegnata da sé stessa e l’ Europa più sola. Proprio per la complessità degli scenari che si vanno profilando, il ruolo del Premier inglese, Starmer, è fondamentale perché potrebbe essere un attore essenziale della sicurezza europea, al netto degli spasmi della Brexit. All’ interno della UE, abbiamo una Francia travolta da una crisi politica senza precedenti, la Germania e l’ Italia che usano il guanto di velluto nei confronti di Putin, per ragioni storiche e commerciali, l’ Italia in particolare si è detta contraria all’uso delle armi in territorio russo, per cui tutto è riposto nelle mani della nuova Commissione Europea che dovrà gestire la questione ucraina con grande delicatezza e soprattutto dovrà stanziare grandi fondi per la difesa comune europea.

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