La compagna di Giuseppe Conte, ex premier italiano e attuale leader del M5S, Olivia Paladino, ha un contenzioso di 29 milioni di euro con il fisco italiano svelato dal quotidiano on line, Open, fondato da Enrico Mentana.
Scrive, a firma Franco Bechis: “Ci è voluto quasi un anno per approvare il bilancio 2023 fra mille difficoltà, ma alla fine il 5 dicembre scorso l’assemblea della società che gestisce il grand Hotel Plaza a Roma è riuscito a farcela mettendo a nudo la bomba finanziaria che rischia di travolgere la proprietaria, la compagna del leader M5s Giuseppe Conte, Olivia Paladino e la sorella Cristiana con cui divide il controllo. Le due sorelle, che oggi hanno il controllo dell’impero immobiliare costruito dal padre Cesare Paladino, stanno accumulando perdite in ogni società controllata e sono pure inseguite dal fisco italiano per milioni di vecchie tasse non pagate proprio durante i governi gialloverde e giallorosso guidati dall’attuale leader del Movimento 5 stelle. Tanto è che anche i revisori dei conti non hanno potuto dare il via libera al bilancio del Plaza se non con riserva per non finire un giorno nei guai…”.
Già in precedenza il suocero di Conte era incappato in questioni giudiziarie.
I guai col fisco italiano riguardano alcune società ereditate dalle figlie del capostipite Cesare Paladino, in particolare il gruppo che detiene le quote del Grand Hotel Plaza, in cui Olivia Paladino si occupa di pubbliche relazioni ed eventi, si chiama “Unione esercizi alberghi di lusso srl” ed è controllata dalla Immobiliare Roma splendido. “Nel bilancio approvato il 5 dicembre scorso sono emerse fra le sopravvenienze passive sanzioni e interessi per tasse non pagate per un valore di 7,8 milioni di euro, che hanno portato il debito della società che gestisce il Plaza nei confronti del fisco alla cifra- bomba di 29,859 milioni di euro. In questa situazione il patrimonio netto della società è diventato negativo per più di 8 milioni di euro e occorre quanto prima una iniezione di capitale per evitare di portare i libri in tribunale”.