Sigfrido Ranucci ha annunciato per domani un servizio sul caso Toti che, guarda caso, cadrà ad urne ancora aperte. Parliamo di un servizio “a orologeria”? Sigfrido Ranucci, giorni fa, ha annunciato i contenuti della prima puntata di Report, l’attenzione si è concentrata sul Ministero della Cultura e al caso “Boccia, al maschile” propagandato dal conduttore in ogni sua ospitata televisiva. Parliamo, sia chiaro, di una trasmissione che cade nel pieno della due giorni elettorale ed entra nel merito di circostanze e inchieste che hanno funestato la regione in cui si sta votando.
E’ stato il senatore di FI Maurizio Gasparri a segnalare la coincidenza: ‘Il vero atto illegale è utilizzare una trasmissione Rai per fare propaganda elettorale; durante il silenzio elettorale, domenica”. Gasparri chiede che “i vertici Rai intervengano. Perché altrimenti saranno colpevoli anche loro insieme al conduttore della trasmissione; ed a tutti i responsabili che violeranno le leggi durante una fase elettorale. Non solo il noto promotore di questi atti di illegalità comunicativo; ma anche tutti quelli che li tollerano o autorizzano”. Gasparri, membro della Vigilanza Rai, chiede di bloccare la trasmissione Report, in onda domenica alle 20.30 su Rai3.
Ranucci si è difeso affermando che il silenzio elettorale non vale per i giornalisti ma solo per i partiti politici. In realtà interverrebbero ragioni di opportunità e di buon senso. Ranucci ha fatto anticipazioni potenzialmente deflagranti: “Ricostruiremo la vicenda giudiziaria che ha riguardato la Liguria: noi andremo in onda il 27 ottobre e il 30 il tribunale di Genova deciderà sulle richieste di patteggiamento. E poi ricostruiremo il sottobosco che si è mosso in questa vicenda, sconosciuto ai più”. In mezzo alle due date ci sono le elezioni regionali anticipate proprio a causa delle dimissioni del governatore Giovanni Toti. “Lui non c’entra, c’entra chi lo ha aiutato nella campagna elettorale”, puntualizza ancora il giornalista. L’inchiesta andrà in onda come detto a urne aperte, ma la sinistra parla ancora di TeleMeloni e di dominio totale del servizio pubblico.