Il nuovo gruppo ‘Europa delle Nazioni Sovrane’  diventa la forza più radicale della destra nel Parlamento europeo

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Un nuovo gruppo di estrema destra si è formato al Parlamento europeo con il nome di “Europa delle Nazioni Sovrane” (ESN), riunendo partiti che fino ad oggi non avevano affiliazione politica a causa del carattere radicale delle loro idee.

La formazione comprende 25 eurodeputati provenienti da otto Stati membri, sufficienti per costituire un gruppo formale nell’emiciclo ed evitare la categoria dei non iscritti, che riduce notevolmente la rilevanza e il tempo di parola dei legislatori.

La notizia arriva solo due giorni dopo la nascita dei Patrioti per l’Europa di Viktor Orbán e consolida la riconfigurazione delle forze di estrema destra dopo le elezioni di giugno.

Nonostante la loro natura variegata, gli otto partiti dell’ESN sono uniti da una rabbiosa opposizione alla gestione dell’immigrazione, al Green Deal, al progressismo sociale e all’assistenza militare all’Ucraina, che li pone in rotta di collisione con il mainstream.

Inoltre, tutti contestano il progetto di integrazione europea, in base al quale i Paesi delegano alcune delle loro competenze a istituzioni sovranazionali per costruire un’unione politica ed economica. Da qui l’importanza del termine “sovranità” nel titolo.

L’Europa delle nazioni sovrane è composta da:

Alternativa per la Germania (AfD): 14 eurodeputati

Confederazione polacca: 3 eurodeputati

Rinascita della Bulgaria: 3 eurodeputati

Reconquête della Francia: 1 eurodeputato

Repubblica Slovacca: 1 eurodeputato

Libertà e democrazia diretta della Repubblica Ceca (SPD): 1 deputato

Movimento “Nostra Patria” dell’Ungheria: 1 deputato

Unione Popolare e di Giustizia della Lituania: 1 europarlamentare

La voce principale del gruppo è l’AfD, che domina più della metà dei seggi dell’Europa delle Nazioni Sovrane. Uno dei suoi legislatori, René Aust, è stato nominato co-presidente. Stanisław Tyszka, di Confedeation, è l’altro co-presidente.

“Ci siamo riuniti perché condividiamo l’obiettivo di avere un impatto significativo sul futuro politico dell’Europa attraverso un’azione decisa e una pianificazione strategica. Questo obiettivo può essere raggiunto solo collettivamente, come dimostra la storia europea. L’influenza è sempre stata esercitata da coloro che hanno avuto il coraggio di organizzarsi e di agire strategicamente”, ha dichiarato Aust.

“Scegliamo questa strada non perché sia facile, ma perché è necessaria per realizzare la nostra visione comune di un’Europa delle Patrie forte, unita e proiettata verso il futuro”.

L’AfD, probabilmente uno dei partiti di estrema destra più noti d’Europa, è stato accusato di promuovere convinzioni etno-nazionaliste, di diffondere l’islamofobia, di praticare il revisionismo storico e di negare l’esistenza del cambiamento climatico causato dall’uomo.

All’inizio di quest’anno, l’organizzazione di giornalismo investigativo Correctiv ha rivelato che alcuni funzionari dell’AfD avevano partecipato a una riunione in cui si discuteva di piani di “remigrazione” per espellere dal Paese i richiedenti asilo, i residenti stranieri e i cittadini tedeschi “non affiliati”. La notizia ha suscitato enorme indignazione e settimane di proteste di massa.

Il Rassemblement National di Marine Le Pen ha terminato la cooperazione politica con l’AfD.   Il casus belli era stato un’intervista al quotidiano “la Repubblica” dello scorso 18 maggio nella quale Krah, capolista di AfD, aveva affermato che non tutte le SS possano essere considerati criminali di guerra.

Il Rassemblement national di Marine Le Pen chiude le porte ad Alternative fur Deutschland e fa sapere che non siederà più con il partito tedesco di estrema destra nella prossima legislatura. E l’alleato italiano Matteo Salvini si accoda poco dopo. «Come sempre, Matteo Salvini e Marine Le Pen sono perfettamente allineati e concordi», fu fatto trapelare.

La presa di distanza dei francesi non è in realtà improvvisa ma fa parte di un processo iniziato a gennaio, quando Pen aveva pubblicamente messo in discussione la collaborazione con AfD, dopo l’inchiesta giornalistica che aveva rivelato come alcuni membri del partito tedesco avessero partecipato a una riunione segreta a Potsdam, per discutere di come gli stranieri e i cittadini tedeschi di minoranza etnica potessero essere spinti a lasciare il Paese. La distanza si era poi accentuata quando, ad aprile, la Procura di Dresda aveva avviato due indagini preliminari, per sospetti di finanziamenti russi e cinesi, nei confronti di Krah.  

Da parte italiana, l’allontanamento dai tedeschi era stato palese a Roma, il 23 marzo, quando nessun esponente di AfD era stato invitato alla convention organizzata dalla Lega insieme agli alleati europei. Un cambio di passo rispetto alla kermesse organizzata dalla Lega a Firenze il 3 dicembre. Al raduno in Toscana, per AfD, aveva partecipato Tino Chrupalla, che, dal palco, aveva protestato contro le sanzioni alla Russia, invitato l’Ue a fermare l’Ucraina «perché non può vincere la guerra», criticato l’obbligo vaccinale in pandemia e chiesto un’Europa libera dal fenomeno dell’immigrazione. «Ursula von der Leyen è la persona più pericolosa dell’Europa», aveva poi tuonato in conclusione di intervento, tra gli applausi. Insomma, le indagini, i personaggi e le posizioni troppo estreme hanno spinto francesi e italiani ad allontanarsi dagli alleati tedeschi. Un passo finora mai sperimentato e che ha da sempre rappresentato la ’conditio sine qua non’ per l’avvio di un dialogo serio con il Ppe, il potente gruppo dei Popolari europei, in cui detta la linea la Cdu, acerrima nemica di AfD.

Lo status di non iscritto dell’AfD ha alimentato settimane di speculazioni su un possibile nuovo gruppo a Bruxelles, che inizialmente si pensava si chiamasse “I Sovranisti”.

Tra gli altri membri c’è la Confederazione polacca (o Konfederacja), una coalizione fortemente anti-LGBTQ, anti-femminismo e anti-aborto. Tuttavia, solo tre dei sei eurodeputati della Confederazione hanno aderito al nuovo gruppo.

L’Europa delle Nazioni Sovrane comprende anche Revival della Bulgaria, Our Homeland Movement (MHM) dell’Ungheria, Freedom and Direct Democracy (SPD) della Repubblica Ceca, Reconquête! della Francia e Republika della Slovacchia, tutti partiti che sostengono l’ultra-nazionalismo e l’ultra-conservatorismo e abbracciano temi nativisti e xenofobi.

In alcuni casi, come Revival, Our Homeland Movement e Republika, i partiti sono stati associati al movimento anti-vaccinazione. La posizione amichevole nei confronti della Russia è un altro tema ricorrente tra i membri dell’ESN.

Nel complesso, il gruppo può essere facilmente considerato la formazione più radicale del Parlamento europeo e sarà immediatamente messo sotto cordone sanitario dalle forze mainstream, privandolo di posizioni di alto livello nell’istituzione.

Il controverso partito SOS Romania, che sembrava essere un candidato adatto, è stato respinto a causa delle preoccupazioni sollevate da alcune delegazioni, tra cui l’AfD e il Movimento Nostra Patria. Tra le altre cose, SOS Romania vuole ridisegnare la mappa dell’Europa orientale per ristabilire la “Grande Romania”, il regno tra le due guerre.

Un’altra omissione degna di nota è quella dello spagnolo “Se Acabó La Fiesta”, o SALF, il partito autoproclamato “anti-establishment” guidato dall’influencer dei social media Luis “Alvise” Pérez. Nonostante quanto riportato in precedenza dai media, SALF non si è unito al gruppo di estrema destra.

Con 84 membri, i Patrioti per l’Europa superano sia i Conservatori e riformisti europei, che ne hanno 78, che i liberali di Renew Europe con 76 deputati. Jordan Bardella è stato eletto capogruppo, Roberto Vannacci vice

Dopo l’adesione della Lega di Matteo Salvini all’alleanza lanciata dal primo ministro ungherese Viktor Orbán insieme ai leader dei partiti nazionalisti di Cechia e Austria, ci si chiede se ci possa essere un impatto in Italia sulla tenuta della coalizione di governo.

Con 84 membri i Patrioti hanno superato sia i Conservatori e riformisti europei, che ne hanno 78, che i liberali di Renew Europe con 76 deputati. L’obiettivo iniziale di Orbán di diventare la terza forza del Parlamento europeo è stato subito raggiunto dopo l’adesione del Rassemblement national francese e della Lega, i due partiti principali dell’ormai scomparso Identità e Democrazia.

La decisione di Matteo Salvini di unirsi al gruppo Patrioti per l’Europa di Orban ha provocato qualche malumore, ma soprattutto ha portato molti a chiedersi se l’iniziativa potrebbe provocare qualche scossone alla maggioranza di governo. 

Secondo Paolo Borchia, Capo delegazione Lega al Parlamento Europeo, la loro recente affiliazione al gruppo di Orban non pone rischi per la stabilità della coalizione di governo. “Non c’è niente di male ad avere opinioni diverse su alcune questioni europee tra i partiti di destra,” dice Borchia. “Al contrario,” aggiunge, “è un’opportunità che arricchisce piuttosto che un ostacolo. Questo governo ha guadagnato la fiducia del popolo italiano ed è giusto che continui a fare il suo lavoro. Per quanto riguarda le dinamiche europee, queste avranno ripercussioni che non destabilizzeranno il governo.” 

E anche quando si tratta delle questioni più divisive come la guerra in Ucraina, il Capo delegazione della Lega al Parlamento Europeo spiega che è cruciale fare una distinzione tra gli obiettivi e gli strumenti utilizzati per raggiungerli. Per Borchia la Lega ha sempre lavorato in sinergia con gli altri due partner politici riguardo all’approccio del governo alle questioni europee in relazione alla guerra. “Ci possono essere differenze,” spiega, “nei modi e negli strumenti utilizzati per porre fine al conflitto.” 

Secondo l’analista politico e professore all’Università Luiss di Roma, Lorenzo Castellani, Salvini non riesce a contare su un forte sostegno politico. “Non ha abbastanza potere per minare né la leadership di Giorgia Meloni né abbastanza sostegno elettorale per innescare elezioni anticipate o una crisi di governo.”, “Meloni”, continua Castellani “dovrà decidere da che parte stare, se schierarsi con la maggioranza o meno.” 

Per ora la premier italiana Giorgia Meloni ha optato per un basso profilo, nessun commento anche dal suo partito Fratelli d’Italia, in attesa del prossimo appuntamento a Bruxelles di oggi durante il quale prenderà forma il nuovo Parlamento.

Il gruppo nazionalista “Patrioti per l’Europa” è stato ufficialmente costituito al Parlamento europeo: con 84 eurodeputati è il terzo gruppo più numeroso dell’emiciclo

“Il nostro obiettivo a lungo termine è cambiare il processo decisionale dell’Unione europea”

La delegazione più numerosa all’interno dei Patrioti sarà proprio quella del Rassemblement national, con trenta eurodeputati. Seguono Fidesz di Orbán con dieci, la Lega di Matteo Salvini con otto e il partito Ano di Andrej Babiš, l’ex primo ministro ceco, con sette.

Del gruppo fanno parte anche il Partito della Libertà austriaco (Fpö), lo spagnolo Vox e l’olandese Pvv, ciascuno con sei eurodeputati. Tre rappresentanti per Vlaams Belang, partito separatista fiammingo del Belgio, due per il portoghese Chega! e uno a testa per Partito popolare danese, Voce della Ragione (Grecia) e Prima la Lettonia.

“Il nostro nuovo gruppo lavorerà per preservare le radici giudaico-cristiane dell’Europa. Ci impegniamo per la massima protezione delle frontiere esterne dell’Europa. Diciamo no all’immigrazione irregolare e lavoreremo per un’Europa forte e competitiva”, ha detto l’ungherese Kinga Gál, designata come prima vice-presidente del gruppo.

Qualche contrasto potrebbe sorgere sulla guerra in Ucraina: alcune delegazioni sono contrarie all’invio di aiuti militari al Paese (Fidesz, Fpö), altre favorevoli (Vox, Pvv), altre ancora, come la Lega, mantengono sul tema un atteggiamento piuttosto ambiguo.

La loro influenza sulle politiche europee potrebbe essere limitata dalla strategia del “cordone sanitario” già usata nei confronti di Id: un accordo fra gli altri gruppi per escludere la destra radicale dalla ripartizione degli incarichi rilevanti all’Eurocamera

Paolo Borchia, capodelegazione della Lega, invita tuttavia a “ribaltare l’approccio” al cordone sanitario. “Se sommiamo i Patrioti ai Conservatori, otterremo un numero molto vicino, se non superiore, addirittura a quello del Partito Popolare europeo”.

Di certo c’è che la destra radicale ha ora due gruppi molto forti, il terzo e il quarto al Parlamento europeo, a cui andrebbe sommata una trentina di altri eurodeputati di idee affini, i cui partiti siedono fra i Non iscritti. In tutto fanno oltre un quarto dei deputati dell’Eurocamera.

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