Il nuovo mondo del lavoro legato alle droghe

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Le droghe, sostanze stupefacenti, prodotti chimici che alterano il normale funzionamento cerebrale oggi rappresentano una vera e propria urgenza socio-sanitaria. La relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia (dati 2023) ha sottolineato un trend in aumento sia del consumo delle sostanze, sia dei reati penale in violazione del “Testo Unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza”, sia della domanda di trattamento. E’ confermata a chiare lettere la crescita del consumo di sostanze psicoattive tra i giovani 15-19 anni ed è confermato l’allarme riguardo la diffusione del Fentanyl che risulta essere una sostanza potentissima con effetti collaterali spesso letali. Fentanyl, Vicodin e oxicodone sono le nuove epidemie che causano morti in crescita, morti che rappresentano i “trofei” di un mercato nero che oggi dimostra uno grande incremento di introiti. Straordinario è anche la totale incapacità della nostra società di frenare tale incremento economico e conseguente potenza sociale di una categoria di “lavoratori” sempre in ascesa. Categoria di uomini e donne che meriterebbero il trofeo della crudeltà ma che nella nostra società godono di una forma di potenza “zombizzatrice”. Sempre più zombi popolano le nostre strade, i parchi, gli angoli bui di una società che resta inerme a guardare la perdita della propria vita mentre ingrossa i portafogli di chi è senza dignità . Dignità che coniuga anche uno stupefacente paradosso che restituisce sempre più forza e vigore a uomini e donne che hanno a loro disposizione un esercito di “pali” che si vendono per un “cartoccetto “ chimico che assicura una via privilegiata verso il creatore. Quanta incivile e barbara civiltà sotto i nostri occhi per restituirci una classifica economica del potere che al vertice pone oggi, senza ombra di dubbio, una nuova categoria di imprenditore “lo spacciatore” che però se ne guarda bene dall’essere un “comune consumatore”. “Comune consumatore” che, suo malgrado, ha deciso di collocarsi all’ultimo posto della classifica sociale della società digitalizzata e globalizzata.

Maura Ianni

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