Il Global Risks Report 2025, giunto alla sua 20ª edizione, analizza le principali minacce globali attraverso una lente multidisciplinare. Raccogliendo dati da oltre 900 esperti internazionali e 11.000 dirigenti aziendali, il rapporto identifica le interconnessioni tra rischi economici, ambientali, geopolitici, sociali e tecnologici. L’inizio del 2025 segna una fase cruciale per la stabilità globale, secondo quanto riportato nel “Global Risks Report 2025” del World Economic Forum. Il rapporto identifica i rischi più pressanti che minacciano economie e società, dai cambiamenti climatici alle disuguaglianze tecnologiche, passando per l’aumento delle tensioni geopolitiche.Il clima rimane il fulcro delle preoccupazioni globali. Con eventi meteorologici estremi, come ondate di calore record e inondazioni devastanti, il rapporto sottolinea come il superamento della soglia dei 1,5°C potrebbe portare a cambiamenti irreversibili nei sistemi terrestri. La mancanza di interventi adeguati rischia di lasciare intere popolazioni senza difese contro gli impatti di un clima sempre più instabile.L’intensificazione dei rischi globali in un’epoca caratterizzata da accelerazione tecnologica, cambiamenti climatici e crescente frammentazione geopolitica. Questo articolo sintetizza le principali tendenze emerse dal rapporto, concentrandosi sulle sfide immediate, a breve e lungo termine. Tra i temi trattati: conflitti armati, tensioni geoeconomiche, inquinamento, polarizzazione sociale e i rischi associati alle tecnologie emergenti. Il rapporto esplora le implicazioni di queste dinamiche per la governance globale e propone strategie per mitigare i rischi emergenti. Il quadro emerso è caratterizzato da crescente pessimismo, con il 62% degli intervistati che prevede un futuro di “turbulenza” o “tempeste” globali entro il 2035. Tra il 2025 e il 2027 il rischio più immediato identificato è rappresentato dai conflitti armati, tra cui guerre civili e proxy wars, come quelle in Ucraina, Medio Oriente e Sudan. La crescente frammentazione geopolitica contribuisce a esacerbare queste tensioni. I cambiamenti climatici stanno accelerando, con un aumento di frequenza e intensità di fenomeni come ondate di calore, inondazioni e incendi. Inoltre, la proliferazione di contenuti falsi o ingannevoli, alimentata dall’Intelligenza Artificiale (IA), è un fattore che complica ulteriormente il panorama globale. Nel lungo periodo (2035), il rapporto evidenzia rischi ambientali come il collasso degli ecosistemi e la perdita di biodiversità. Anche i rischi tecnologici, come l’uso improprio della biotecnologia e delle IA, acquistano rilevanza. L’invecchiamento demografico in paesi come Italia e Giappone rappresenta una sfida crescente, con implicazioni per i sistemi pensionistici e l’assistenza sanitaria. I rischi globali mostrano una forte interconnessione. Ad esempio, la polarizzazione sociale è collegata a disuguaglianze economiche e a una minore fiducia nelle istituzioni. Allo stesso modo, i cambiamenti climatici sono alla base di fenomeni come migrazioni forzate e carenze di risorse naturali. La cooperazione internazionale è destinata a rappresentare l’ago della bilancia nel definire le prospettive per i prossimi dieci anni a livello di scelte politiche, tecnologiche ed economiche. Una cooperazione, quella che deve essere recuperata e rafforzata, che deve considerare l’evoluzione transnazionale di rischi e trasformazioni, come quella del cambiamento climatico o come quella della cybersecurity, che rappresentano una minaccia non per una singola nazione per l’economia globale. La capacità di rafforzare i legami internazionali e creare una forma di collaborazione sono la uniche strade che permettono di prevenire il rischio di nuovi conflitti e per trovare soluzioni condivise alle emergenze planetarie. Considerando che le soluzioni a queste emergenze possono essere solo che globali. Se si pensa, solo come esempio, al rischio climatico appare evidente che non esiste la possibilità di soluzioni parziali o “regionali”. Ecco che dalla capacità di collaborazione dipende sia la possibilità di mitigazione dei tanti fattori di rischio sia la capacità di adattamento a quei rischi che si stanno ormai concretizzando in una nuova situazione sociale ed economica. Secondo il Global Risk Report 2025 i prossimi dieci anni saranno decisivi per tante sfide che stanno alla base del futuro del pianeta. Il fattore chiave per comprendere la portata dei rischi che abbiamo davanti e le possibili soluzioni sta nella capacità di leggere e comprendere le interconnessioni tra rischi anche molto diversi. Ci sono rischi strettamente legati alle guerre in corso, rischi climatici, rischi tecnologici e rischi legati all’informazione. La strada per comprenderli, secondo il report, passa dalla capacità di dare vita a una governance più inclusiva e più efficace per quanto attiene alla capacità di analisi. La conoscenza che si può acquisire è alla base di una nuova capacità di agire grazie a relazioni internazionali che non dimentichino mai la priorità della collaborazione perché i rischi possano essere mitigati solo attraverso un’azione collettiva. Solo attraverso azioni congiunte, sottolinea, sarà possibile mitigare i rischi e costruire una resilienza duratura. Il 2025 rappresenta un momento di svolta: o il mondo abbraccia il cambiamento collaborativo, o rischia di affrontare un decennio segnato da crisi sempre più profonde. Il Global Risks Report 2025 evidenzia un mondo sempre più frammentato, in cui le sfide globali richiedono soluzioni collettive. Nonostante il pessimismo diffuso, l’articolo sostiene che l’adozione di strategie collaborative e innovative può mitigare i rischi emergenti e promuovere una maggiore resilienza globale.
Paolo Iafrate