Il si di Dario Franceschini alla piazza del 15 marzo

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Non stupisce affatto che Dario Franceschini si sia detto d’accordo con la segretaria del PD , Elli Schlein, a scendere in piazza per la manifestazione promossa dal quotidiano ‘ La Repubblica ‘ . Ma avrebbe stupito il contrario, perché Franceschini non ha mai espresso parere contrario ad andare in piazza in nome dell’ Europa, se non sulla linea da adottare. La segretaria del PD ha espresso il suo parere contrario al piano sul riarmo di 800 miliardi di euro, proposto dalla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, soprattutto perché va prima capito evitando di farlo svanire lungo il percorso. Corre l’ obbligo di porsi una domanda:” Si può immaginare l’ Europa del futuro senza una protezione militare ai suoi confini? Elli Schlein, sembra escluderlo e infatti parla di una difesa europea comune, da contrapporre al riarmo dei singoli paesi membri. Ma il suo no costringe il PD ad appiattirsi sulle posizioni dei verdi e della sinistra, del duo Fratoianni- Bonelli e si incontra/ scontra con il pacifismo ostentato dai 5 Stelle, che non saranno in piazza il 15 marzo. Conte è convinto che esiste una gran parte dell’ opinione pubblica che è spaventata dalla corsa al riarmo , generato dalla crisi internazionale. Il timore è che prima o poi l’ Europa venga coinvolta in una guerra con la Russia di Putin. Il Cremlino spaventa tutti, per cui una mossa che tende al non riarmo potrebbe essere un deterrente. Ma se il PD segue la strada tracciata dal leader 5 Stelle , rischia di regalargli la leadership di tutta la sinistra. Ecco che entra in scena Franceschini che in questo momento rappresenta tutti coloro che nutrono riserve sulle scelte di campo della Schlein, ma il malumore viene silenziato dal timore di generare uno spettacolo che vede il PD diviso sulla politica internazionale. Ne deriva che almeno apparentemente la segreteria del PD viene sostenuta dal partito, ma le si chiede esplicitamente ‘ chiarezza e coraggio nelle parole e nelle scelte ‘. Quella chiarezza che finora ha latitato. La cosa che sorprende è che nessuno a sinistra nomini la Nato che potrebbe essere la via più breve e più agevole per rinnovare il programma militare europeo senza tagliare fuori gli Usa. Per quanto Trump possa apparire un bullo, è inimmaginabile una difesa europea senza la Casa Bianca. Diversamente l’ alternativa è il disarmo e questo asseconderebbe le istanze pacifiste e avvantaggerebbe Putin. Se il PD non si sbriga a fissare una linea chiara, rischia di essere sospinto sulle posizioni di Conte e Salvini, le quali, ovviamente non sono in grado di dar vita ad un’ alternativa di governo. Quindi l’ uscita di Franceschini è un avvertimento non mascherato al gruppo dirigente del PD.

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