Il sistema di accoglienza, tra previsioni normative e realtà

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In Italia sono presenti secondo il Rapporto di Save the Children “NASCOSTI IN PIENA VISTA FRONTIERA 18” nel sistema di accoglienza e protezione 19.215 minori stranieri non accompagnati. Oltre il 75% ha tra i 16 (23,75%) e i 17 anni (52,15%), il 13,66% tra 7 e 14 anni e solo l’1,65% è nella fascia 0-6 anni. La Sicilia, ancora una volta, è la regione con la maggiore incidenza di minori stranieri soli (4.555 minori presenti al 31 ottobre 2024, pari al 24,78% del totale). Sul territorio nazionale la maggioranza netta è di sesso maschile (87,70%), mentre le bambine e ragazze rappresentano il 12,30%, un’incidenza sul totale dei minori in continuità con gli anni passati. Tra le nazionalità più rappresentate ci sono l’egiziana (3.849), l’ucraina (3.631), la gambiana (2.224), la tunisina (1.973), la guineana (1.515).La legge 47 del 2017 fissa i pilastri di una buona accoglienza, ma purtroppo non sempre viene rispettata. Il primo elemento cruciale riguarda l’accertamento dell’età: il rischio di essere identificati come adulti implica, infatti, diverse criticità, tra cui il possibile inserimento nella cosiddetta “procedura accelerata”, che si svolge direttamente in frontiera per chi viene da Paesi considerati sicuri, per il riconoscimento della protezione internazionale. Solo poco più di un minorenne su due (58,1%) a giugno 2024 era accolto in centri di seconda accoglienza, SAI o extra SAI.Ciò significa che i minori stranieri non accompagnati sono spesso ospitati nei centri di accoglienza straordinaria (CAS minori) o in altre tipologie di strutture emergenziali, dove sono garantiti solo servizi di base e dove dovrebbero restare solo per il tempo necessario al trasferimento nelle strutture SAI, in quanto inadatti a rispondere alle esigenze di ragazzi e ragazze per periodi più lunghi. Fondamentale, inoltre, è il ruolo degli operatori e delle operatrici del sistema di accoglienza, non sempre adeguatamente formati e capaci di bilanciare il rispetto delle regole con un approccio adatto ai minori.Risulta scarsamente applicato per i minori non accompagnati il ricorso all’affido familiare, promosso dalla legge 47 del 2017 come prioritario rispetto alle strutture: a giugno 2024 risultavano accolti in famiglia appena il 20,4% dei minorenni presenti in Italia, ma di questi ben l’87% è rappresentato da minori ucraini.Sebbene incida anche il progetto migratorio dei ragazzi rispetto alla destinazione finale, non devono, dunque, stupire i dati sugli allontanamenti volontari: dal 1° gennaio al 30 settembre 2024 dei 6.610 allontanamenti volontari dalle strutture registrati, il 25%, pari a circa 1.650 minori, è uscito definitivamente dal sistema di accoglienza, con tutti i rischi che questo comporta.Tra le difficoltà che i minori stranieri non accompagnati si trovano ad affrontare, in base a quanto riportato dagli operatori, vi sono quelle legate al mancato accesso a servizi specialistici per la salute mentale, che può rappresentare un grave problema per i ragazzi e le ragazze che hanno alle spalle esperienze di violenza e traumi da curare. Nel 2023, il 2% dei minori accolti in progetti SAI ha mostrato segni di disagio mentale, mentre il 2,1% ha subito tortura o violenza. Le minori vittime di tortura o violenza rappresentano una percentuale significativamente più alta rispetto ai maschi (17,5% contro 1,3%). Allo stesso modo, le minori vittime di tratta ammontano al 13,7%, rispetto allo 0,7% dei maschi.L’accesso a percorsi di istruzione risulta spesso problematico e questi percorsi rischiano di risolversi solo in un corso di alfabetizzazione, senza un inserimento scolastico nell’istruzione ordinaria, fondamentale anche per socializzare con i coetanei. I problemi sono di varia natura e possono riguardare anche il riconoscimento dei titoli di studio già posseduti all’estero, una criticità che riguarda anche la possibilità di inserimento in un tirocinio.Dei 6.027 minori stranieri non accompagnati accolti nel SAI nel 2023, solo 3.894 erano iscritti a percorsi di scuola secondaria di I e II grado e di Istruzione e Formazione Professionale-IeFP (di questi 109 femmine e 3785 maschi).L’analisi mira a evidenziare il forte rischio di scivolamento nell’ombra dell’esclusione dei neo-diciottenni, per difficoltà e ritardi burocratici che, sommandosi a quelli relativi all’accoglienza e alla nomina del tutore, possono riguardare il prosieguo amministrativo, il rilascio del parere e la conversione del permesso di soggiorno alla maggiore età, o ancora la procedura di riconoscimento della protezione internazionale. Nel corso del 2023, 11.700 neo-diciottenni sono usciti dal sistema di accoglienza e protezione. Nello stesso anno i permessi rilasciati a seguito di conversione dal permesso per minore età sono stati 1.366. Come racconta Omar, intervistato nel mese di luglio: “Sto aspettando dicembre per il rinnovo dei documenti. Ho fatto le impronte e ora aspetto”. L’ansia legata ai lunghi tempi di attesa per il rinnovo dei documenti è un elemento comune e fonte di stress per molti giovani, che vedono il loro futuro appeso alla validità di quei documenti. “È indispensabile agire fin dalla prima accoglienza, garantendo la piena attuazione delle norme contenute nella legge 47/2017 attraverso la previsione di un centro governativo di prima accoglienza per ogni Regione con la relativa copertura di almeno 2.000 posti e il potenziamento della rete SAI con l’attivazione di almeno ulteriori 10.000 posti in seconda accoglienza. È importante, inoltre, che si assicuri in tempi rapidi la conversione del permesso di soggiorno per minore età in altri tipi di permesso di soggiorno e che si stralcino le misure che introducono nuove disposizioni in materia di accoglienza, accertamento dell‘età e conversione del permesso di soggiorno per i minori stranieri non accompagnati lesive dei loro diritti. Altre misure che possono fare la differenza riguardano l’adeguata formazione degli operatori, la promozione dell’affido familiare come forma prioritaria di accoglienza, l’accesso immediato al sistema scolastico e al Servizio Sanitario Nazionale anche per chi è in attesa del permesso di soggiorno, la rapida nomina del tutore, la previsione di percorsi personalizzati di formazione e di inserimento lavorativo per minori stranieri non accompagnati e neomaggiorenni”

Paolo Iafrate

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