Ilaria Salis, angelo custode dei detenuti, oggi impegnata per Luigi Spera, incarcerato per terrorismo ma, naturalmente innocente!

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Un vero e proprio manifesto politico, quello di Ilaria Salis, che su “X” dettaglia le sue visite nelle varie carceri italiane aggiungendo, di volta in volta, nuovi  eroi da liberare. Tutti innocenti, per lei, anzi, non fa poi tanta importanza. Mi ricorda una signora che andò in carcere per visitare il figlio e mentre aspettava le fu chiesto da una donna: ‘Signora, per chi venite al parlatorio?’. ‘Per mio figlio, ma è innocente!’. La donna di rimando: ‘Qui, sono tutti innocenti!’. Per l’europarlamentare Salis, i detenuti sono tutti innocenti!  Dopo aver sposato la battaglia di Mimmo Lucano in difesa di una presunta scafista, la Salis questa volta è andata al carcere San Michele Arcangelo di Alessandria. A parte le condizioni igienico sanitarie pessime, Ilaria Salis ha incontrato e perorato la causa del 42enne vigile del fuoco Luigi Spera, accusato di terrorismo per aver lanciato delle bottiglie molotov contro la sede di Leonardo a Palermo. L’episodio risale al 26 novembre 2022 quando un gruppo di attivisti aveva danneggiato i locali dell’azienda e provocato un incendio. Il reato che gli viene contestato – secondo l’eurodeputata  – è «sproporzionato».

“La situazione più criticata l’ho riscontrata nelle sezioni di isolamento, ho trovato una situazione raccapricciante, le persone sono abbandonate a loro stesse, c’è immondizia abbandonata nei corridoi e nelle docce. Nella sezione di alta sicurezza ho avuto modo di incontrare anche Luigi Spera. È in forma e combattivo. Ha un’accusa sproporzionata. È accusato di terrorismo in modo pretestuoso e con evidenti motivazioni politiche”.

Salis ospita l’intervento della sorella di Spera che ne chiede l’immediata liberazione. ‘Un mondo oltre il carcere è più necessario che mai!’, ha scritto l’eurodeputata eletta con Avs, in un post su Facebok, riferendosi al vigile del fuoco in carcere con l’accusa di terrorismo.

Su “X” la Salis scrive: “Luigi è stato accusato di detenzione di materiale esplosivo, atto terroristico con ordigni esplosivi (con l’aggravante di pericolo per l’incolumità pubblica) e istigazione a delinquere. Accuse pesantissime, del tutto sproporzionate rispetto ai fatti contestati. Sotto il profilo giuridico, è paradossale che Luigi si ritrovi in regime di alta sorveglianza sulla base delle accuse del Pubblico ministero anziché sulla prima sentenza del Giudice. Il prossimo passo spetta alla Cassazione, che a settembre dovrà pronunciarsi sul ricorso. È evidente che l’intento sia quello di punire Luigi per il suo impegno politico…”.

Spera è un vigile del fuoco di Palermo, da anni attivista del centro sociale dell’Ex carcere di Palermo ed esponente del movimento indipendentista Antudo, durante una manifestazione di protesta del novembre del 2022, avrebbe lanciato due fiaccole incendiarie contro la sede della Leonardo Spa, un’azienda – partecipata al 33 per cento dallo Stato – del settore aerospaziale, della difesa e della sicurezza. Oggi, come detto,  si trova nel carcere di alta sicurezza di Alessandria (in Piemonte) accusato di terrorismo, detenzione di ordigno micidiale e istigazione a delinquere finalizzata al compimento di attività terroristiche. «Continuiamo nel nostro percorso di lotta a testa alta – ha scritto dalla sua cella Spera in una lettera per i compagni di Antudo – e facciamo tutto ciò che ci è possibile per far sentire la voce dei popoli oppressi e dar forza alla loro lotta di liberazione. Non lasciamoci intimidire né distrarre dalla repressione. Siamo dalla parte giusta della storia».

La sua di storia inizia la notte del 26 novembre 2022 quando, davanti al civico 79 di via Villagrazia a Palermo, Spera avrebbe lanciato oltre il cancello dell’azienda Leonardo Spa due bottiglie di liquido infiammabile. Molotov che sarebbero arrivate nello spazio esterno del parcheggio, in un momento in cui era deserto, generando una fiammata durata pochi secondi. «Si è trattato di un’azione dimostrativa – spiega a MeridioNews l’avvocato Giorgio Bisagna che lo difende – organizzata come segno di protesta dopo gli attacchi dell’offensiva turca ai danni del Kurdistan». Un episodio che viene ripreso con un video poi diffuso proprio da Antudo. Sette mesi dopo, vengono disposte perquisizioni e sequestri (di cellulari e altri dispositivi) nei confronti di sei persone. Tra queste c’è anche Luigi Spera. Il pompiere 42enne sposato e padre di due figli, viene sottoposto ai prelievi del Dna e indagato per attentato terroristico aggravato dall’avere utilizzato ordigni micidiali e con rischio per l’incolumità pubblica. Un reato (il 280bis del codice penale) per cui è prevista una pena che va dai cinque ai dieci anni di reclusione. A questo si aggiunge la detenzione di quello che viene definito un «ordigno micidiale» e anche l’istigazione a delinquere finalizzata al compimento di attività terroristiche.

È la più dura misura di custodia cautelare quella richiesta dal pubblico ministero per Luigi Spera e altri due indagati, Marco e Domiziana. Accolta dalla giudice per le indagini preliminari che, però, avanza come ipotesi di reato non quella di terrorismo – per cui è necessario che vi sia una matrice eversiva e l’intento di ingenerare timore e soggezione nelle istituzioni o in soggetti collegati – bensì quella di incendio. Eppure, Luigi Spera – che ha anche precedenti per resistenza a pubblico ufficiale – finisce in carcere con la qualificazione giuridica per cui è indagato, ovvero quella di terrorismo»

Detenuto nell’area di alta sicurezza del Pagliarelli di Palermo, come deciso dal dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) viene trasferito nel carcere San Michele di Alessandria dove l’alta sicurezza è di livello 2, più alto. «Questo perché viene ritenuto un soggetto particolarmente pericoloso accusato di uno dei reati più gravi», precisa il suo difensore che ha presentato istanza al tribunale del Riesame. Contemporaneamente, anche il pm ha fatto appello contro la decisione della gip della riqualificazione giuridica. Così, per Spera la misura detentiva viene confermata e il reato riqualificato di nuovo in attentato terroristico.

Da anni militante nel centro sociale palermitano, Spera è attivo soprattutto nella palestra popolare, ma anche per il doposcuola ai bambini e in diverse attività di animazione territoriale. «Vorrei rincuorare quanti si sono preoccupati per la mia situazione – si legge nella lettera che l’attivista ha scritto dalla sua cella – Sto bene e mi sento in forze […] Qui sono U pumpieri e mi hanno cantato la canzoncina Il pompiere paura non ne ha! Un ragazzo nella cella di fianco alla mia mi ha detto: “Ma come quelli lucrano e si arricchiscono fabbricando armi, fanno morire una marea di persone innocenti e a te ti trattano da terrorista?“». Da Antudo, intanto, hanno lanciato una raccolta firme per chiedere la scarcerazione di Luigi Spera.

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