Nel contrasto all’immigrazione illegale “l’Italia ha dato il buon esempio con la sottoscrizione del Protocollo Italia-Albania, per processare in territorio albanese, ma sotto giurisdizione italiana ed europea, le richieste di asilo. Le due strutture previste dal Protocollo – il centro di Shengjin e il centro di Gjader – sono ora pronte e operative“. “Ci siamo presi del tempo in più perché tutto fosse fatto nel migliore dei modi, ma siamo molto soddisfatti dei risultati di questo lavoro. E voglio anche qui ringraziare in particolare i Ministri Crosetto, Piantedosi e Nordio, il Sottosegretario Mantovano e la nostra Ambasciata in Albania, che hanno seguito passo passo l’attuazione del protocollo” ha rimarcato la presidente del Consiglio. “È una strada nuova, coraggiosa, inedita, ma che rispecchia perfettamente lo spirito europeo e che ha tutte le carte in regola per essere percorsa anche con altre Nazioni extra-Ue” ha proseguito Meloni, ringraziando anche il Primo Ministro albanese Rama “e tutto il suo Governo per aver creduto, con noi, nella bontà e nell’efficacia di questa iniziativa”.
Non una generica apertura, ma un modello cui fare riferimento anche nell’ottica di una modifica della normativa europea. Nel briefing con la stampa i portavoce della Commissione europea hanno dato ulteriori dettagli rispetto alle parole di Ursula von der Leyen sul modello Italia-Albania. La presidente della Commissione Ue, nella lettera inviata ai leader degli Stati membri in vista del Consiglio europeo, a proposito del protocollo siglato dal nostro governo con Tirana ha scritto che “saremo anche in grado di trarre lezioni da questa esperienza nella pratica”. I portavoce hanno spiegato che Bruxelles sta “valutando” la possibilità di rendere “giuridicamente possibile” espellere dall’Ue migranti irregolari verso Paesi terzi diversi dal Paese di origine. Si tratta di creare “hub per i rimpatri” destinati ai migranti irregolari in Paesi terzi, in attesa di poterli rimpatriare. Insomma, il “modello Albania” applicato su scala comunitaria e non più solo come effetto di accordi bilaterale da stipulare di volta in volta.
Il “primo punto” della lettera che la presidente Ursula von der Leyen ha mandato ai leader, ha ricordato il portavoce capo Eric Mamer, è “accelerare l’attuazione del patto sulle migrazioni e l’asilo. Ora sta ai leader discutere sulla base della lettera che è stata inviata loro”. Nelle linee guida di von der Leyen, ha aggiunto la portavoce per le Migrazioni Anitta Hipper, “c’è un paragrafo specifico sull’accelerazione e sul rafforzamento del lavoro sui rimpatri. Abbiamo un coordinatore per i rimpatri, che lavora con gli Stati per ottimizzare il lavoro. Malgrado ciò, oggi solo il 20% di coloro che non hanno diritto di restare nell’Ue vengono effettivamente rimpatriati. Vanno fatti dei progressi, anche gli Stati membri hanno mandato una lettera in cui chiedono più collaborazione con Paesi terzi a questo riguardo ed è una cosa che verrà discussa nel Consiglio Europeo”. “Bisogna vedere – ha precisato Hipper – cosa è legalmente possibile. Oggi non è giuridicamente possibile nell’Ue inviare un immigrato illegale in un Paese terzo”, che non sia quello dal quale proviene. “Per renderlo possibile, il diritto Ue dovrebbe regolare la possibilità dell’invio forzato di un migrante illegale in un Paese diverso dal suo Paese di origine”, cosa “che è comunque prevista nella posizione del Consiglio sulla direttiva dei rimpatri”, che per ora resta bloccata in Parlamento. “È una cosa che stiamo considerando”.
“Le parole di Ursula von der Leyen dimostrano che la linea italiana in tema di immigrazione è diventata la linea europea”, ha commentato il vicecapogruppo di FdI al Senato, Raffaele Speranzon, mentre il capogruppo alla Camera ha sottolineato che “a confermare l’efficacia delle politiche del governo Meloni nella gestione dei flussi migratori” ci sono anche i dati Frontex. L’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, anche nel suo ultimo report, inerenti i primi nove mesi del 2024, ha convalidato il crollo del 64% degli arrivi sulle rotte del Mediterraneo centrale e dei Balcani occidentali, che ha trainato l’abbattimento del 42% di arrivi complessivi nell’Ue rispetto allo stesso periodo del 2023. “Dal piano Mattei per l’Africa, al protocollo per la realizzazione dei centri di accoglienza in accordo con l’Albania, definito come una lezione dal presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, l’Italia – ha commentato ancora Foti – ha lanciato nuovi paradigmi vincenti, apprezzati da altri Paesi, per affrontare una sfida di portata internazionale, in sinergia con altre nazioni. Come ha notato il presidente Meloni, solo i partiti di opposizione in Italia sembrano non aver compreso la reale portata di questi modelli vincenti: spiace, ma neanche poi tanto, sottolineare agli orfani dell’accoglienza a tutti i costi, che stiamo avendo ragione noi”.
Anche il sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino, ha manifestato interesse per il protocollo Italia-Albania. “Ad oggi non è mai stata trovata una soluzione alla questione migranti per cui proviamo questa. Sicuramente potrebbe servire da deterrente”, ha detto commentando con l’agenzia di stampa Adnkronos il primo viaggio della nave della Marina militare italiana per portare i migranti soccorsi in mare nei centri di accoglienza costruiti sull’altra sponda dell’Adriatico. La Libra è partita ieri dalle acque antistanti Lampedusa con a bordo 16 migranti soccorsi in acque internazionali e dovrebbe arrivare in Albania domani mattina. “Dal punto di vista organizzativo – ha spiegato il sindaco – la nave non ha mai attraccato a Lampedusa. Tutto è avvenuto a largo e senza alcuna ripercussione sull’isola”.