Nel tempo odierno è come se le elezioni, quasi ovunque, fossero diventate una grande forma di intrattenimento collettivo. Più vive e più avvincenti di qualsiasi avvenimento sportivo. Perché coinvolgono l’appassionato di politica e l’appassionato di statistiche, chi vuole essere informato e chi vuole militare, chi quella sera non trova una partita in tv e chi si appassiona ai giochi. Una bella vittoria elettorale, anche a migliaia di chilometri distanza, libera endorfine e mette di buonumore, come una bella corsa, una passeggiata in bici col fresco, una serata in buona compagnia. Ovviamente, da questo esame vanno esclusi gli astensionisti che, comunque, non sono stati presenti nella competizione elettorale francese.
E chi è stato per La République sapeva già che andavano votati tutti tranne che Rassemblement National. E c’era grande ansia e preoccupazione e che, però, è svanita altrettanto rapidamente. E siamo sicuri che tornerà a settembre quando in Germania si voterà per i Länder di Sassonia, Turingia e Brandeburgo e poi, a novembre, per le elezioni americane.
Il trionfo laburista in Inghilterra dice che nel Regno Unito avevano tanta voglia di sinistra che hanno persino rieletto Jeremy Corbyn: pur di togliere un seggio ai Conservatori va bene anche il tragicomico ex presidente del Labour, ora indipendente perché la sua durezza e la sua purezza gli rendono inaccettabile la leadership di Keir Starmer. Quest’ultimo si gode la vittoria e ringrazia un Partito conservatore tanto disperato da riesumare pure Boris Johnson. Quindi la sinistra può vincere, basta che dall’altra parte ci sia una destra impresentabile, e dall’altra parte l’alleanza democratico-repubblicana di cui ha parlato Macron. Dai risultati delle elezioni legislative anticipate francesi non è emersa alcuna maggioranza assoluta, nonostante la vittoria a sorpresa della coalizione di sinistra: e la nuova Assemblea Nazionale, la camera bassa del parlamento, appare suddivisa in tre grandi blocchi politici contrapposti tra loro. È una situazione politica inedita per la Quinta Repubblica, iniziata alla fine degli anni Cinquanta con l’approvazione della settima Costituzione repubblicana, quella in vigore ancora oggi. Al momento circolano varie ipotesi su quello che potrebbe succedere nelle prossime settimane, fra cui anche quella di uno stallo politico e istituzionale. Non c’è alcuna scadenza temporale per la formazione di un nuovo governo, ma in sua assenza non potrà essere adottato alcun testo legislativo. Al di là del risultato, dunque, al momento non è chiaro che cosa succederà né chi governerà il paese.