In Francia l’antisemitismo irrompe sul voto. La ‘destra estrema’ di Marine Le Pen non esiste più

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Nei sondaggi  il Rassemblement national di Marine Le Pen e Jordan Bardella vengono posizionati da  le Figaro posiziona al primo posto con il 34%, seguito dal Nuovo Fronte Popolare, al 28%. Entrambi staccano di molto il partito del presidente Macron (attestato intorno al 20%), costretto a sciogliere l’Assemblea nazionale e indire nuove elezioni dopo il tonfo elettorale delle europee.

Il progressivo sdoganamento dal radicalismo del passato della destra lepenista, portato a termine da Marine Le Pen e da Bardella, messo a guida del movimento, potrebbe fissare una svolta storica in Francia. La realtà, alla base di questi cambiamenti, è che la ‘destra estrema’ non esiste più come testimonia anche il cambio di rotta realizzato con  l’accordo elettorale stretto con i repubblicani di Eric Ciotti, accusato dai vertici del partito neogollista di aver ‘tradito’ la lezione di De Gaulle.

L’ultimo drammatico fatto di cronaca, lo stupro della dodicenne ebrea che ha scosso la Francia,  ha confermato la crociata contro l’antisemitismo della leader del Fn e mascherato le contraddizione della gauche radicale di Mélenchon, che insieme ai socialisti di Glucksmann fa parte della compagine del Nuovo fronte popolare. Ora si aspetta il verdetto dei due turni elettorali, il 30 giugno e il 7 luglio.

Lo stupro della dodicenne ebrea, dai particolari agghiaccianti che emergono di ora in ora, ha provocato lo sdegno collettivo e la reazione durissima della Le Pen. Dopo averlo definito un “crimine ributtante” ha accusato la gauche filo palestinese di alimentare l’odio contro Gerusalemme. Parole ribadite  in un post su Facebook. “L’aggressione antisemita e lo stupro di una bambino di 12 anni nelle Hauts-de-Seine ci rivoltano. L’esplosione di atti antisemiti in aumento del 300% rispetto ai primi tre mesi del 2023 dovrebbe allarmare tutti i francesi”, scrive la leader del Rassemblement national. “La stigmatizzazione di estrema sinistra degli ebrei per mesi, attraverso la strumentalizzazione del conflitto israelo-palestinese. rappresenta una vera minaccia per la pace civile. Tutti devono averne piena coscienza il 30 giugno e il 7 luglio recandosi alle urne”. In un post di qualche giorno fa compare una grafica con la scritta “la sinistra filoislamica presuppone la scomparsa di tutte le nostre libertà”.

Il ‘dossier’ francese è affrontato  da Luca Ricolfi in un editoriale sul Messaggero dal titolo chiarificatore: “Francia, perché la sinistra aiuta Le Pen’’.  Riusciranno le forze anti-destra a contenere l’avanzata delle destre, e a perpetuare la conventio ad excludendum che finora – in Francia come a livello europeo – è sempre riuscita ad escluderle dal potere?”. La risposta è aperta.

In Francia,  la sfida è doppia. L’esito delle legislative, che potrebbero consegnare il governo a Marine Le Pen, e le presidenziali del 2027, che potrebbero essere vinte dalla figlia d’arte. Il Rassemblement national ha quasi raddoppiato i consensi, passando dal 18.7% delle legislative del 2022 al 31.4 % delle ultime europee. Stando ai numeri il secondo turno delle politiche sarà deciso – analizza Ricolfi –  dal risultato del partito della Le Pen e dalla sinistra del Nuovo Pronte Popolare, egemonizzata dai radicali di France Insoumise, percepita come una formazione di estrema sinistra.

“Già questo – prosegue il politologo di sinistra – pone qualche problema all’elettorato moderato. Che non ama Marine Le Pen, ma nemmeno è propenso a sostenere l’estrema sinistra di Jean Luc Mélenchon. Nei collegi, e non saranno pochi, in cui il Fronte Popolare dovrebbe essere rappresentato dal partito di Mélenchon, parte dei centristi potrebbe anche preferire l’astensione, e così favorire il successo della Le Pen”.

 “Le Pen e Bardella appaiono molto più digeribili di quanto lo fossero anche solo un anno fa. Il contrario di quel che sta capitando a Jean Luc Mélenchon, costretto a difendersi sia dalle accuse di immigrazionismo mossegli da Macron, sia da quelle di antisemitismo provenienti dalla comunità ebraica”.

Il leader della sinistra più radicale qualche tempo fa aveva parlato di un antisemitismo solo “residuale”, provocando la rivolta delle comunità ebraiche. Poi, con una certa ambiguità, si è affrettato a dichiararsi “inorridito per lo stupro”, definendolo frutto del “razzismo antisemita”.

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