In Francia, scoppia la voglia di votare per fermare l’onda Le Pen

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Secondo un sondaggio condotto dall’Ifop e pubblicato da Le Figaro, è previsto un tasso di partecipazione del 64%, 16,5 punti in più rispetto all’ultimo scrutinio di due anni fa.

I numeri sono stati pubblicati dal quotidiano conservatore Le Figaro: il Rassemblement National si attesta al 34%, comunque in salita di 2,6 punti percentuali rispetto alle Europee e a seguirlo non è il partito del presidente, bensì il blocco di sinistra del Nuovo Fronte Popolare al 29%. Solo al terzo posto, con un distacco ancora ampio anche se in diminuzione, si colloca Renaissance di Macron, al 22%. Il distacco dal Rassemblement National diminuisce di 4 punti ma rimane molto ampio e, nel frattempo, il blocco alternativo di sinistra sale e insidia seriamente l’estrema destra, lasciando Macron fuori dai giochi.

I motivi di queste variazioni importanti in così poco tempo possono essere legati anche ai dati sulla possibile affluenza che, secondo il sondaggio, dovrebbe essere molto alta, circa al 64%, cinque punti in più delle Legislative 2022. Segno che una parte dei francesi ritiene questo voto importante e, in caso di ballottaggi, anche la possibile trasmigrazione di voti dall’elettorato macroniano alla sinistra potrebbe impedire a Le Pen di conquistare la maggioranza in Assemblea.

Macron ha sciolto il parlamento in seguito al risultato delle europee. La sua lista ‘Bisogno d’Europa’ ha ricevuto il 14,6% dei voti. Quella legata al Rassemblement National (RN) di Marine Le Pen, il 31,4. Il cartello macroniano è stato quasi superato anche dal ritorno dei socialisti (13,8%): una cocente sconfitta per il Président.

Il rinnovo dell’Assemblea Nazionale si terrà il 30 giugno, con eventuale ballottaggio il 7 luglio.

Il sistema elettorale è simile a quello dei sindaci in Italia: ogni collegio voterà il suo singolo deputato. La rappresentanza parlamentare non sarà dunque proporzionale al voto dei partiti, ma dipenderà dal risultato dei candidati nei territori, e dunque sarà condizionato dalle alleanze.

Macron – che preparava questa opzione da settimane, in caso di risultato negativo alle europee – intendeva impedire agli altri partiti di organizzarsi e sommarsi tra loro alleandosi. Sarebbero così i suoi candidati, i macroniani, a ricevere infine il voto dei francesi, come unica alternativa all’estrema destra.

È questo infatti lo schema con cui Macron ha vinto le presidenziali del 2017 e 2022. Nonostante un voto spezzettato tra sinistra, centro, destra tradizionale ed estrema destra, Macron e Le Pen in entrambe le occasioni risultavano, ma  di poco,  i candidati più votati al primo turno, con Macron che abbastanza facilmente si imponeva al secondo.

Intanto, il RN, che a capo del governo candida il giovane Jordan Bardella, ha vari alleati: all’estrema destra, il partito Reconquête di Eric Zemmour. Al centro-destra, una parte dei Repubblicani che hanno seguito la scelta lepenista del leader Eric Ciotti, sostenuta dall’impero mediatico del miliardario Vincent Bolloré.

Ma anche a sinistra, nonostante i soli tre giorni per presentare le candidature, i vari partiti si sono uniti in un cartello, chiamato Fronte Popolare: ne fanno parte la sinistra radicale di Jean-Luc Mélenchon, i Verdi, e i redivivi Socialisti. Insieme, sono stimati oltre il 30%.

Per recuperare, Macron si sta presentando come l’unica scelta ragionevole tra due ‘estremi’, tacciati di ‘follia’ e ‘irresponsabilità’.

Gli elettori francesi si fidano del Rassemblement National di estrema destra più di ogni altro partito per gestire l’economia e le finanze pubbliche, nonostante i suoi piani di spesa e di taglio delle tasse sembrerebbero senza copertura e malgrado non abbia alcuna esperienza nel governare.

E’ quanto emerge da un sondaggio Ipsos per il Financial Times (su 2.000 persone) in vista delle elezioni francesi del 30 giugno: nel dettaglio, il 25% degli intervistati ha maggiore fiducia nella RN di Marine Le Pen per prendere le decisioni corrette sulle questioni economiche, rispetto al 22% del Nuovo Fronte Popolare di sinistra e solo al 20% per l’alleanza di Macron.

Il politologo Perrineau: ‘Macron ha già perso. Possibile paralisi come in Belgio, anche perché ci manca un Draghi. Siamo un cimitero di élite. Mélenchon e Bardella le attaccano ma non hanno programmi economici credibili. Una soluzione sarebbe un governo tecnico, ma non è nella nostra tradizione’.

La 34enne nipote di Marine Le Pen è stata appena eletta all’Europarlamento nelle file di Reconquête. Ma   Éric Zemmour, presidente e fondatore del partito, ha deciso di espellerla per questo ‘negoziato’ col Rassemblement national iniziato da subito, non appena Macron ha sciolto le Camere rimandando il confronto politico alle imminenti legislative dopo la débacle di Renew Europe. Marion Marechal è fiduciosa. Marine Le Pen ha promesso un ‘governo di unione nazionale’, in caso di vittoria del Rassemblement National alle elezioni politiche anticipate del 30 giugno e del 7 luglio. Evocando ‘una grande speranza per decine di milioni di francesi’.

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