La cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario in Cassazione si è aperta alla presenza del presidente della Repubblica. Ad aprire la cerimoniala prima presidente della Suprema Corte Margherita Cassano. magistratura è impegnata a realizzare “i più alti valori espressi dalla Costituzione”, uno “sforzo che necessita di essere accompagnato da un contesto improntato al rispetto reciproco fra le varie Istituzioni dello Stato”. Così la prima presidente della Cassazione, Margherita Cassano, nel suo intervento.
“Un vero e proprio patto per lo Stato di diritto in grado di alimentare la fiducia dei cittadini nei confronti di tutti gli organi cui la Carta fondamentale assegna l’esercizio di funzioni sovrane”, ha aggiunto.
Per il ministro della Giustizia Nordio “La riforma costituzionale in fieri è un dovere assunto verso gli elettori”. E sottolinea: “la riforma si presenta nuova, ma per quanto riguarda l’indipendenza e l’autonomia della magistratura, con una chiarezza cartesiana di rocciosa solidità. Ogni fantasia speculativa su variazioni futuribili è un’arbitraria interpretazione divinatoria. I contenuti della riforma sono ben noti ma ribadisco ancora una volta: il postulato assoluto dell’indipendenza del pm rispetto al potere esecutivo. Il ruolo del giudice uscirà difeso e rafforzato, senza indebolire l’accusa” e “le parti sono in condizioni di parità davanti al giudice terzo e imparziale”.
Istruzioni per una protesta. Girano di chat in chat in queste ore le modalità con cui anche i magistrati milanesi faranno sentire in modo plateale la loro voce sabato mattina in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, contro “le riforme costituzionali in corso di approvazione” da parte del Governo e in particolare del ministro della Giustizia Carlo Nordio.
Un presidio sulle scale del Palazzo di Giustizia, con i cartelli e le copie della Costituzione in mano fino alla clamorosa uscita dall’Aula Magna nel momento in cui prenderà la parola il rappresentante del Guardasigilli. È la chiamata a una “massiccia partecipazione”, perché così “potremo almeno dire di aver cercato di opporci anziché restare inermi”, il messaggio delle toghe.
Tra i punti caldi al centro del dibattito di questi giorni, c’è quello sulla separazione delle carriere. Il primo appuntamento, all’uscita del tribunale in corso Porta Vittoria: “Invitiamo tutte le colleghe e i colleghi a presentarsi all’uscita indossando la toga e la coccarda, per tenere i cartelli in forma di protesta”. La Giunta dell’Anm ha acquistato per l’occasione cinquanta coccarde e farà stampare ottanta copie della Costituzione, che poi verranno distribuite.
Entro le 9,15 “ci posizioneremo con i cartelli sulle scale dell’ingresso”. Poi, in corteo, le toghe marceranno verso l’Aula Magna per l’inaugurazione dell’anno giudiziario. Qui ci sarà il clou, già annunciato nei giorni scorsi: “Al momento dell’intervento del rappresentante del ministero, i magistrati, indossando la toga e la coccarda tricolore oltre che tenendo la Costituzione in mano, abbandoneranno temporaneamente l’aula (uscendo dalle porte laterali), rientrandovi immediatamente al termine di questo intervento”.
L’Anm chiama tutti i colleghi a raccolta: “Ci auguriamo una massiccia partecipazione di tutte le colleghe e di tutti i colleghi: si tratta di un momento davvero importante, più di tanti altri, nel quale è fondamentale che la magistratura, tutta, si mostri unita e compatta anche agli occhi della cittadinanza, per far comprendere appieno le ragioni della protesta. Se mai le riforme dovessero essere approvate, potremo almeno dire di aver cercato di opporci anziché restare inermi e lamentarci — inutilmente — a cose fatte. Non sprechiamo questa occasione unica e irripetibile”.
Non accettano le critiche del ministro della giustizia Carlo Nordio: si ribellano all’unisono, indipendentemente dalle correnti a cui appartengono, e chiedono l’apertura della pratica a tutela.
Tutti i componenti togati del Csm – unitamente al componente laico Roberto, un professore di centrosinistra – hanno depositato, al Comitato di presidenza, richiesta di apertura di una pratica a tutela a seguito delle esternazioni rese ieri dal Guardasigilli in Parlamento.
«Intervenendo in Parlamento per la relazione sullo stato della giustizia il ministro Nordio, nel descrivere l’attività del pubblico ministero, ha riferito di «clonazioni» di fascicoli, di indagini «occulte ed eterne», di «disastri finanziari» descrivendo tali condotte come prassi diffuse e condivise dalle procure della Repubblica» rileva il testo della richiesta di apertura della pratica a tutela.
Il ministro Nordio, prosegue la richiesta dei consiglieri togati del Csm e del laico Romboli, «ha poi spiegato come i pubblici ministeri siano già ‘super poliziotti’ che godono, però, delle garanzie dei giudici proponendo così un’erronea ricostruzione dell’attività del Pm e del suo ruolo nell’attuale assetto ordinamentale. Tali esternazioni appaiono, inoltre, ancora più gravi perché provenienti da uno dei titolari dell’azione disciplinare che ha l’obbligo di segnalare e perseguire le condotte che egli, con impropria e gratuita generalizzazione, pretende di attribuire alla generalità dei pubblici ministeri italiani».