Primo interrogatorio per Giovanni Toti dopo l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per il governatore della Regione Liguria, coinvolto nell’indagine sulla corruzione a Genova. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, il presidente aveva deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere, volendo prima leggere le carte e capire quali fossero i punti sui quali erano state mosse le accuse a suo carico.
Stamattina si è presentato nella caserma della Guardia di finanza di Genova, dove è ascoltato dai sostituti procuratori Federico Manotti e Luca Monteverde e dall’aggiunto Vittorio Ranieri Miniati.
L’interrogatorio si è svolto nella sede del Roan, il reparto operativo aeronavale. L’incontro sarebbe dovuto essere alle 11 ma è stato rinviato di un’ora circa.
Al momento, non sono sul tavolo le dimissioni: il governatore potrebbe ottenere la revoca della custodia cautelare se rimettesse il suo mandato, perché mancherebbero i presupposti che l’hanno fatta scattare. Avrebbe anche più facilità nella sua difesa se non ricoprisse più un ruolo istituzionale. Tuttavia, Toti vuole prima parlare con i suoi alleati per capire cosa sia meglio per la Regione. La linea difensiva del governatore è stata anticipata dall’avvocato al Corriere della sera, al quale Stefano Savi ha spiegato che “Toti non promette qualcosa a Spinelli fa un’attività di mediazione”.
“Questa vicenda deve essere letta sapendo come vanno da secoli le cose in porto dove ci sono sempre state delle grandi guerre tra terminalisti in concorrenza tra loro, poi concluse con grandi paci”, ha detto il legale Stefano Savi in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, rispondendo a una domanda sull’accusa di aver favorito la proroga della concessione Rinfuse che Spinelli avrebbe ottenuto con tangenti per 40 mila euro a Toti, intervenuto sull’Autorità portuale.
Giovanni Toti esce dalla caserma della Guardia di finanza dopo quattro ore.
Il governatore ha risposto a tutte le domande degli inquirenti sulle accuse che gli vengono mosse in quello che ha la forma di un interrogatorio fiume. Finora sono oltre 100, quasi 200, le domande che i pm hanno posto al governatore, principalmente seguendo il filone del voto di scambio e il filone dei finanziamenti ricevuti alla fondazione, come quelli evidenziati dalle indagini sui presunti versamenti da parte dell’imprenditore Pietro Colucci, gestore di alcune discariche nel savonese.