Oggi, lunedì 27 maggio, è il turno dell’ex presidente del Porto di Genova, Paolo Emilio Signorini, di comparire davanti ai pubblici ministeri nell’ambito dell’inchiesta ligure sulla corruzione.
Signorini, in precedenza, aveva scelto di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia davanti al Gip, dichiarando di voler prendere visione delle prove prima di fornire dichiarazioni.
Paolo Emilio Signorini è accusato di aver accettato denaro, regali, soggiorni in hotel di lusso a Monte Carlo e fiches per il Casinò da parte di Aldo Spinelli. In cambio, avrebbe favorito le operazioni di gestione delle banchine portuali e dei terminal. Secondo i pubblici ministeri Luca Monteverde e Federico Manotti, Signorini avrebbe anche avvantaggiato l’imprenditore Mauro Vianello, anch’egli sotto inchiesta per corruzione. Inoltre, Spinelli avrebbe garantito a Signorini una consulenza da 200 mila euro da parte di Iren.
Durante l’ultimo interrogatorio, Giovanni Toti ha risposto a circa una dozzina di domande riguardanti i suoi rapporti con i fratelli Testa mentre si svolgeva la campagna elettorale. I due fratelli, Italo Maurizio e Arturo Angelo, sono accusati di corruzione elettorale e di agevolare le attività di Cosa Nostra, promettendo posti di lavoro e cambi di alloggio in edilizia popolare in cambio di voti per la lista “Cambiamo con Toti Presidente”.
Toti ha affermato che i fratelli Testa gli erano stati segnalati dagli onorevoli Sorte e Benigni di Forza Italia. Ha menzionato di averne parlato con Ilaria Cavo e Matteo Cozzani durante l’organizzazione della campagna elettorale, ma non ricorda di aver dato incarichi specifici a Cozzani per contattare Arturo Angelo Testa. Toti ha dichiarato: “Ilaria Cavo mi disse che si era incontrata con i fratelli Testa, che non si erano capiti benissimo, che le erano sembrati confusi e che comunque non le erano piaciuti soprattutto per le richieste legate al rimborso spese.”
Toti ha negato di essere a conoscenza di richieste specifiche di posti di lavoro, sebbene fosse consapevole che i Testa chiedessero attenzione per la loro comunità. Alla domanda se avesse richiesto voti per Ilaria Cavo durante una cena del settembre 2020, Toti ha risposto: “Sicuramente chiesi espressamente i voti per Ilaria Cavo parlando con uno dei due Testa. Il senso del mio intervento fu di chiedere di dare una mano alla Cavo nonostante le incomprensioni che vi erano state”.
I pubblici ministeri hanno chiesto di una cena elettorale organizzata dai fratelli Testa nel maggio 2022. Toti ha risposto che partecipò alla cena ma che furono i candidati della lista a tenere i contatti per ottenere i voti della comunità.
Ilaria Cavo, giornalista, deputata e testimone nell’inchiesta ligure sul voto di scambio, ha voluto chiarire la sua posizione riguardo ai recenti articoli di giornale che la menzionano in relazione alla vicenda dei fratelli Testa. “Leggendo il mio cognome riportato sui titoli e gli articoli dei quotidiani odierni in merito alla vicenda legata ai fratelli Testa, in cui si riportano frasi dell’interrogatorio del Presidente Giovanni Toti che riguardano anche la mia persona, preciso che non posso sapere né essere collegata a quanto accaduto durante la cena del 12 settembre 2020 a cui, come peraltro confermato dagli atti, non ho volutamente partecipato,” ha dichiarato Cavo.
Cavo ha inoltre ribadito la sua presa di distanza dai fratelli Testa, precisando che non ha voluto avere ulteriori rapporti con loro dopo un incontro organizzato da un parlamentare alcuni mesi prima delle elezioni del 2020.
I due, Italo Maurizio e Arturo Angelo, sono indicati come rappresentanti della comunità riesina di Genova e sono accusati di corruzione elettorale al fine di agevolare l’attività di Cosa Nostra. Tra le contestazioni mosse c’è quella di “aver promesso posti di lavoro e il cambio di un alloggio di edilizia popolare per convogliare i voti degli elettori appartenenti alla comunità riesina di Genova e comunque siciliani verso la lista Cambiamo con Toti Presidente”.
Il presidente della Regione, agli arresti domiciliari nell’ambito della maxi inchiesta sulla corruzione in Liguria, risponde che “I riesini erano stati segnalati dagli onorevoli Sorte e Benigni (Forza Italia, ndr)” e di averne parlato con Ilaria Cavo e Matteo Cozzani (il capo di gabinetto del governatore, ndr) durante l’organizzazione della campagna elettorale. Sostiene di non ricordare di aver dato incarico specifico a Cozzani di mettersi in contatto con Arturo Angelo Testa: “Immagino – risponde ai pm – che la candidatura di uno dei due fratelli sia stata una delle ipotesi che mi aveva fatto l’onorevole Sorte, sicuramente prima della chiusura della campagna elettorale”.
I fratelli Italo Maurizio e Arturo Angelo Testa sono i gemelli di 64 anni, attualmente destinatari dell’obbligo di dimora nel Comune di Boltiere dove vivono (in provincia di Bergamo), sono accusati di corruzione elettorale al fine di agevolare l’attività di Cosa Nostra, nello specifico il clan Cammarata del Mandamento di Riesi con proiezione a Genova. Nel comunicato sui dettagli dell’indagine si legge che tra le contestazioni mosse ad Arturo Angelo e Italo Maurizio c’è quella di “aver promesso posti di lavoro e il cambio di un alloggio di edilizia popolare per convogliare i voti degli elettori appartenenti alla comunità riesina di Genova, almeno 400 preferenze, e comunque siciliani verso la lista Cambiamo con Toti Presidente”.
I due, esponenti di Forza Italia nella bergamasca, sono originari di Caltanissetta e vivono a Boltiere. Arturo Angelo lavora al consiglio regionale della Lombardia, nello staff del consigliere Jonathan Lobati, presidente della commissione territorio, mentre Italo Maurizio è coordinatore della circoscrizione provinciale di Dalmine di Forza Italia.
Nel 2011 Italo Maurizio, allora vicesindaco di Boltiere in quota PdL, era finito agli onori della cronaca insieme al fratello per una foto a Predappio, con il braccio teso in un inequivocabile saluto romano, davanti al busto di Mussolini.
Dopo la notizia della maxi inchiesta, Forza Italia ha sospeso i due fratelli. In una nota il partito fondato da Silvio Berlusconi scrive: “A seguito dell’indagine che li ha visti coinvolti, sono stati sospesi gli iscritti Maurizio Testa e Arturo Testa. Forza Italia, totalmente estranea ai fatti, rivendica i suoi valori garantisti e attende la conclusione delle indagini ed eventuali esiti processuali”.
I pm incalzano Toti e domandano se, in occasione di una cena del settembre 2020 ci fu un dialogo con i fratelli Testa e in particolare Italo Maurizio e se ci fu una richiesta di voti in favore di Ilaria Cavo: “Sicuramente chiesi espressamente i voti per Ilaria Cavo parlando con uno dei due Testa – afferma Toti -. Il senso del mio intervento fu di chiedere di dare una mano alla Cavo nonostante le incomprensioni che vi erano state”.
Il presidente della Regione non esclude poi di aver incontrato nuovamente i due esponenti della comunità riesina a marzo 2021: “Con Cozzani abbiamo parlato parecchie volte dei fratelli Testa, che erano assillanti e presentavano persone chiedendo se potevamo dare un mano – ha risposto -; certamente Cozzani può avermi detto che chiedevano anche posti di lavoro. Di certo non ho mai immaginato un collegamento diretto tra voti e posti di lavoro”. E poi, sulle elezioni comunali del giugno 2022 viene chiesto se siano stati presi accordi con loro. Questa la risposta di Toti: “A proposito delle elezioni comunali 2022 ricordo che si candidava Cristina Calascibetta (non indagata, ndr), di origine riesina, ed è quindi possibile che si sia parlato in termini generici della comunità riesina di Certosa, quartiere in cui era consigliera Calascibetta”.
Si parla poi di un’ulteriore cena elettorale organizzata dai fratelli Testa nel maggio del 2022, poco prima delle elezioni comunali. “Emerge da fonti aperte – domandano i pm – che Arturo Testa in quella occasione chiese pubblicamente i voti per la Lista Toti. Fu lei in questa tornata elettorale a tenere i rapporti direttamente con i Testa oppure c’era un intermediario? Federico Bogliolo (non indagato, ndr) ad esempio ovvero Cristina Calascibetta? Ci può riferire sul punto?”. Toti risponde: “Mi limitai a partecipare alla cena. Credo che a tenere i contatti fossero i candidati della lista che si erano accordati per ottenere i voti della comunità”. Viene quindi chiesto da chi vennero pagate le cene elettorali del 2020 e 2022 e Toti afferma: “Penso che le spese siano entrate in un rendiconto elettorale della lista o di uno dei candidati partecipanti alla cena. Ma non lo so. Escludo che abbiano pagato i fratelli Testa”. L’ultima domanda sulla questione riguarda una riunione nell’ufficio del presidente della Regione in cui Toti fa un riferimento esplicito ai fratelli Testa: “Ricordo vagamente la conversazione – conclude il governatore -. Era un dialogo ironico. Quando Cozzani parlava di ‘squartare’ io stando al gioco gli ho chiesto ‘perché, non gli hai dato dei soldi?’ Volevo chiedere ironicamente a Cozzani per quale motivo avrebbero dovuto squartarlo”. L’ufficio fa notare che la frase pronunciata dal presidente Toti è: “Ma perché non gli abbiam dato dei soldi?” e Toti replica: “Ribadisco la mia interpretazione. Non ho mai chiesto a Cozzani perché i Testa erano così insistenti”.