L’attacco, della notte scorsa, con droni a una zona del centro di Tel Aviv a poche decine di metri dall’ambasciata statunitense avrebbe ucciso causando una persona e ferito altre dieci. Per i vertici militari di Israele “si è trattato di un attacco terroristico mirato a uccidere civili israeliani”. Secondo quanto dichiarato dalla polizia di Tel Aviv l’esplosione è avvenuta intorno alle 3,10 di questa notte. Al momento gli agenti non sono riusciti a localizzare il punto di contatto e per questo si accredita la tesi che l’esplosione sia avvenuta in aria. Stranamente, però, le sirene di allarme non sono entrate in azione. Sembrerebbe, secondo gli esiti delle prime indagini israeliane, che l’esplosione sia stata provocata dalla caduta di un oggetto aereo che non ha però fatto scattare alcun allarme. Pare che il drone imbottito di esplosivo sarebbe stato individuato ma non sarebbe intervenuta la difesa aerea per un “errore umano”. Intanto, Houthi rivendicano l’attacco con drone a Tel Aviv. Infatti i ribelli yemeniti Houthi hanno rivendicato la responsabilità dell’attacco con droni su Tel Aviv. In un comunicato, le forze filo-iraniane hanno sostenuto che la loro “forza UAV” ha attaccato “uno degli obiettivi importanti nella regione occupata di Giaffa, oggi chiamata la Tel Aviv israeliana”. Ma non è tutto poiché gli Houthi hanno, inoltre, minacciato di continuare a colpire Israele in “solidarietà” con i palestinesi della Striscia di Gaza, teatro di un “massacro” dal 7 ottobre dello scorso anno per le operazioni militari israeliane contro Hamas scattate in risposta all’attacco di quel giorno in Israele.