Mike Johnson al secondo tentativo riesce ad essere riconfermato Speaker della Camera. Una vittoria arrivata dopo un primo stop che ha aveva messo in discussione la nomina dell’esponente repubblicano voluto dal neo presidente Donald Trump. Johnson, che alla prima votazione aveva fallito l’elezione raccogliendo 216 voti, contro i 215 del leader della minoranza democratica Hakeem Jeffries, con tre voti repubblicani in sospeso, al secondo round è riuscito a recuperare due voti dei dissidenti repubblicani, ottenendo i 218 voti necessari per la sua riconferma. Una vittoria politica importantissima per il neo presidente americano che aveva puntato tutto sull’avvocato 52enne cristiano conservatore della Louisiana. “Lo Speaker Mike Johnson è un brav’uomo, lavoratore, religioso. Farà la cosa giusta e continueremo a vincere. Mike ha il mio completo e totale endorsement”, aveva twittato Donald Trump lunedì. Con la nomina dello speaker della Camera può iniziare ufficialmente il ritorno di The Donald alla Casa Bianca. Un ritardo nella sua elezione come speaker avrebbe ritardato la certificazione prevista il 6 gennaio dell’elezione di Trump e sarebbe stato un grosso macigno ‘politico’ sull’unità dei repubblicani che controllano entrambe le camere.
Dopo la riconferma, Johnson ha promesso di seguire il programma trumpiano America First: proteggere il confine, espandere i tagli fiscali, aumentare la produzione energetica, ridurre la burocrazia federale ‘totalitaria’.