Kamala Harris e la criticità della sua candidatura

Secondo molti analisti americani l’investitura da parte di Biden per Kamala Harris, potrebbe,alla fine, diventare una maledizione ed un’ opportunità intrisa di criticità. Intanto il presidente in carica con la investitura della sua vice, ha mancato l’ occasione di creare una sorta di reset non solo per i democratici, ma anche per gli Stati Uniti , attraverso una competizione per la nomination. Ci sono , indubbiamente altri politici in grado di competere con Trump e vincere, mentre scegliere un candidato senza fare le primarie equivale a mettere il partito difronte ad un fatto compiuto che è quello che non piace ai democratici e in generale a coloro che non hanno deciso se andare o meno a votare e per chi votare. Nonostante il tempo sia poco, secondo alcuni osservatori politici, c’era il margine per creare il consenso intorno al nome di qualche altro candidato prima della convention del 19 agosto prossimo. Inoltre ad oggi, anche se pare che sorprendentemente in due giorni i sondaggi vedono Trump indietro di due punti, la Harris non abbia mai riscosso grandi simpatie nell’ opinione pubblica americana.Ma gli indecisi secondo alcuni sondaggi mostrano hanno mostrato avversione sia per Biden che per Trump e che la scelta sarebbe dipesa da chi avrebbe arrecato meno danni al Paese. Quindi la Harris tra questi potenziali votanti verrebbe percepita come una creatura di Biden che dovrebbe affrontare le stesse sfide del presidente uscente e non è chiaro se sia in grado di farlo. Anche prima della sua investitura la Harris, soprattutto tra l’ elettorato bianco di estrema destra, veniva percepita come un politico arrivato al vertice della stessa non per i suoi meriti ma per promuovere diversità, eguaglianza e inclusione. Difronte a queste incognite e/o criticità, è difficile capire quale sia la soluzione per superarle: se una convention chiusa o una convention aperta. Quest’ ultima porterebbe ad uno scontro all’ interno dei democratici e indebolirebbe qualsiasi candidato.