Pro Europa e contro Europa. E se l’ Italia, uno dei Padri fondatori dell’Ue, decidesse di opporsi al tentativo in atto di creare un sistema di difesa europea? Secondo un recente sondaggio solo il 32% degli Italiani appoggia l’ Ucraina. La maggioranza di governo guidato dall’ equilibrista, Giorgia Meloni, cerca di rimanere equidistante fra l’ aggredito e l’ aggressore. E pure in presenza di un’ ampia quota di indecisi, quelli che sono contrari al piano di riarmo europeo, sono in numero maggiore dei favorevoli. Con questi scenari che si vanno delineando si capisce perché ci siano forze di governo come la Lega , e di opposizione come i 5 Stelle e parte del PD che cavalcano la protesta pacifista. Il nostro Governo cammina , sia pure in punta di piedi, sui cristalli. Diciamo che Giorgia Meloni guarda con occhio attento all’Europa per non essere isolata e dall’ altro sta attenta a non alterare il buon rapporto con Donald Trump, ammesso che il Presidente americano sia sincero, e quindi pensa di intervenire in Ucraina sotto il cappello delle Nazioni Unite, non come europei impegnati a garantire la sicurezza di Kiev e quindi dell’ Europa. Del resto per tanti italiani l’ ONU è il ricettacolo di ogni ‘ virtù ‘, in grado di andare oltre ogni rapporto di forza tra le grandi potenze. Le insegne dell’ Onu garantirebbero al governo, in caso di invio di truppe in Ucraina, di evitare le proteste di piazza. Ma il piano della von der Leyen, ReArm, suona come la sveglia ad un’ Europa che molti anni anni ha pensato di vivere nel paese dei balocchi, ma questo perché aveva la protezione del cappello Nato e degli Stati Uniti d’ America. Ma proprio perché quella protezione sta venendo meno che dobbiamo, per quello che è possibile, tentare di sostituirla. Se non in tutto almeno i parte. Poi ci sono coloro che sostengono che bisogna costruire immediatamente un esercito europeo e dar vita contemporaneamente all’ Unione politica europea. Ma questo è un obiettivo ambizioso che richiede tempi lunghi per realizzarsi , tenendo conto anche del fatto che ad oggi non si intravede nemmeno lontanamente la possibilità di una politica comune. La proposta della von der Leyen è solo il primo passo, l’ unico che realisticamente, oggi, si possa realizzare. Serve rafforzare il pilastro europeo nella Nato. E forse un giorno al termine di un lungo cammino, si potrà realizzare un esercito europeo. Intanto oggi è importante rimuovere gli ostacoli che si presentano. Però, poiché nulla si fa in una democrazia senza il consenso dell’ opinione pubblica, se in Italia dovessero consolidarsi le tendenze che propendono verso il no al riarmo, allora il nostro Paese potrebbe trovarsi ad abbandonare l’ Europa, rifiutare di partecipare alla difesa . A questo punto l’ Italia sarebbe fuori dall’ UE . Ma poiché come abbiamo detto che è importante l’ opinione pubblica in una democrazia, è auspicabile che chi dispone di autorevolezza, remi nella direzione giusta. Nei momenti bui, di grandi tensioni internazionali occorrono gli statisti all’ altezza delle sfide. Ma ad oggi, mi permetto di re, non ne vedo nemmeno l’ ombra in giro. Non ci si può atteggiare a statista e dileggiare i Padri nobili fondatori delle moderne democrazie del Vecchio Continente.
L’ Europa e il ReArm
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