E’ diventata, ormai, una necessità per l’ Europa di affermare una propria sovranità digitale, dopo gli scontri tra governi democratici e alcuni giganti della tecnologia digitale come Elon Musk proprietario di X(ex Twitter) e Telegram di Pavel Durov. Il Vecchio Continente ha non solo il compito di far rispettare le proprie norme , ma anche quello di creare a livello comunitario piattaforme digitali indipendenti e governate democraticamente che devono sostenere i valori di tutti e soprattutto libere da interferenze governative e da motivazioni aziendali. Questa nuova sfera digitale, garantirebbe ai cittadini la possibilità di partecipare direttamente al dibattito pubblico, al riparo da influenze private e in ossequio ai valori di trasparenza , responsabilità e pubblico servizio. Se si pensa che giganti del digitale come Elon Musk, usa i suoi social per esaltare le idee di movimenti di estrema destra , xenofobi e razzisti, che sostiene leader divisivi, che incita alla violenza contro gli immigrati e a colpi di Stato contro governi eletti democraticamente, allora questa non è più libertà di parola ma rappresenta un attentato contro la democrazia. La risposta europea a questo allarme deve essere corale ed unanime se si vuole salvaguardare i valori democratici e garantire che internet rimanga un luogo di incontro virtuale a servizio di tutti e non uno strumento in mano di pochi per abbattere le democrazie. Occorre, in effetti, una sorta di bilanciamento tra il pubblico e il privato; lo stesso Draghi nel documento economico elaborato per UE, sottolinea la necessità di investimenti europei in beni pubblici, tra cui infrastrutture digitali, che all’ interno di un quadro normativo ben delineato, siano in grado di proteggere i diritti e i dati di ogni cittadino e nel contempo preservare i valori e i principi di democrazia su cui si fonda l’ Europa. Le implicazioni per l’ UE sono profonde. E’ in gioco la stessa sovranità del Vecchio Continente.
L’ Europa e la necessità di dotarsi di social pubblici
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