I leader europei stanno cercando di inserirsi nel negoziato sull’ Ucraina, ma l’ ostacolo è rappresentato dalle scelte umorali di Donald Trump. Nel Vecchio Continente si è creato, a tal proposito, un clima di impotenza e l’ Italia ne è un chiaro esempio. I cittadini italiani rispetto al conflitto russo- ucraino sono divisi a metà : più del 50% degli italiani non sostiene né Mosca , né Kiev. È una sorta di rivolta contro il piano ReArm di Ursula von der Leyen. Contro il piano di riarmo dell’ Europa, in Italia, si è formato a livello politico uno schieramento trasversale che va dalla Lega al Movimento 5 Stelle fino ad alcuni del PD. Anche se le ragioni , apparentemente, appaiono diverse , alla fine tutte concorrono a dissuadere l’ Europa dall’ intento. La situazione ad oggi è confusa e complessa. Finora gli europei sono stati esclusi dal tavolo dei negoziati in quanto gli americani li conducono in solitario con i Russi a Riad , ospiti del principe Saudita, Bin Salman. Non sembra però che i colloqui abbiano sortito granché , soprattutto riguardo ai territori occupati dai Russi che hanno già fatto sapere che non intendono mollare e nemmeno si hanno idee chiare su quale forza militare internazionale provvederà a proteggere i confini ucraini , da possibili attacchi russi . Respinte dal Cremlino l’ ipotesi di Francia e Gran Bretagna di inviare un loro contingente, così come quella di inviare truppe Nato ; a quest’ ultima si è opposta anche l’ Amministrazione americana. Si ragiona, quindi , intorno ad una terza possibile ipotesi che è quella di convincere Trump ad accettare il coinvolgimento dell’ Onu ed imporlo a Putin. A quel punto sarebbe più semplice concordare una missione di pace in Ucraina, senza farla apparire come un atto unilaterale dell’ Europa o della Nato. Questo implicherebbe il coinvolgimento di Paesi extra UE,non direttamente implicati nel conflitto. Australia e Nuova Zelanda hanno già dato la propria disponibilità e anche il Presidente turco Erdogan ha dato la sua adesione. Senza considerare infine la mal celata neutralità di Pechino per cui alla fine si potrebbe ipotizzare un suo coinvolgimento.La Cina diventerebbe uno dei massimi garanti per il suo ruolo di membro permanente del Consiglio di Sicurezza dell’ Onu. Ma l’ opzione ONU potrebbe non essere sufficiente a tranquillizzare il fianco Est della Nato. A questo punto , però, rientrerebbe in gioco la proposta anglo-francese, con un contingente di ventimila soldati che andrebbero a rinforzare le fila della Nato in Polonia e nei tre Paesi Baltici: Lettonia, Estonia e Lituania.
L’ Ue condizionata dalle scelte umorali di Trump
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