L’ Ue e lo spettro del declino

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I conflitti in Ucraina e Medioriente, hanno di fatto addormentato il dibattito sulla composizione della nuova Commissione Europea.La rieletta Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, si trova difronte al problema dell’ integrazione europea, sicuramente la più difficile degli ultimi anni . Aleggia su Bruxelles lo spettro del ‘ declino’ che deriva dall’ intersecarsi delle numerose sfide dei prossimi cinque anni,( geopolitiche, economiche, ambientali, demografiche e sociali), con all’ interno tre grosse criticità. I tre elementi di frattura all’ interno dell’ Europa sono di natura finanziaria, geopolitica e di uno vero e proprio scontro ideologico, ben presente in Parlamento e nella istituenda Commissione. La prima criticità riguarda il rapporto Nord – Sud Europa, che si sostanzia in una cronica contrapposizione tra i Paesi del Nord detti anche frugali, sostenitori di un rigore economico e dei conti pubblici, e i Paesi del Sud, tra i quali , l’ Italia, gravati da un enorme debito pubblico. Questi ultimi sostengono la tesi secondo la quale è la crescita economica che crea stabilità monetaria e non viceversa. La decisione di cambiare direzione con l’ adozione del Next Generation EU attraverso il debito comune per risollevare gli stati dagli effetti devastanti del COVID, fu accolta come un salto di qualità sulla via dell’ integrazione. Questo strumento che ha come data di scadenza il 2026 e i cui effetti sono lontani dal concretizzarsi, ma la sola ipotesi di ricorrere , negli anni a venire come consigliato anche da Draghi nel suo rapporto economico, a una tale formula ha trovato subito il diniego dei Paesi del Nord , con in testa la Germania. Una contrapposizione storica che affonda le sue radici nella sfiducia reciproca. La seconda criticità riguarda il quadrante geopolitico Est- Ovest. I Paesi della parte orientale dell’ Europa orientale, sono portatori di un diverso approccio; i loro alleati primari sono gli Usa e la Nato, comunque prevalenti rispetto ad un cammino di integrazione che passi anche dal superamento del metodo di interferenza e del diritto di veto dei singoli governi. La terza criticità è la più insidiosa ed è rappresentata dall’ affermarsi di forze di estrema destra, sovraniste e antieuropeiste. Benché arginate dall’ unione di tutte le forze progressiste e europeiste alle elezioni di giugno, esse senza dubbio rappresentano la frattura più pericolosa per il cammino europeo. Le recenti elezioni in Austria con il trionfo del partito neonazista, ne è un esempio. Forze filo russe che tendono a comprimere i principi democratici su cui si regge il Vecchio Continente e su cui si è retto negli ultimi decenni. In uno scenario così complesso , con la debolezza dei Paesi fondatori , quale Germania e Francia, con l’ Italia governata da una maggioranza in cui ci sono forze di destra anti europeiste e filo russe, la Presidente Ursula von der Leyen deve ricorre a tutte la sua abilità per allontanare lo spettro del declino.

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