Il 2025 sarà l’ anno in cui l’ Unione europea dovrà dare molte risposte alle domande sulla sua stessa esistenza. Non potrà più contare sulla pace assicurata dagli Usa , che l’ ha protetta militarmente e le ha assicurato mercati per esportare le proprie merci. Il cambiamento geopolitico richiede una maggiore capacità di iniziative comuni tra i singoli stati membri; questo però non potrà avvenire senza un radicale cambiamento della stessa costruzione europea. Occorre un’ cambio di rotta , come più volte ha sottolineato nel suo rapporto sull’ economia dei prossimi anni, Mario Draghi, un’ azione politica che guardi lontano al di là della contingenza . I limiti di questa costruzione sono emersi in tutta la loro interezza con la crisi geopolitica che affligge , non solo il Vecchio Continente, ma l’ intero pianeta. Deve cambiare la forma di cooperazione tra i singoli stati; occorre adottare un nuovo modello diverso da quello in uso fino ad oggi e questo non vuole dire necessariamente apportare una modifica ai Trattati. Gli anni novanta portarono con sé l’ euro, la moneta unica e si pensava che l’ Unione monetaria, guidata da una banca centrale garantita dai singoli stati, ma senza un’ unione politica e una difesa comune, potesse garantire stabilità e prosperità in eterno. Lo si pensava perché il mondo era predominato dagli Usa e ci si illudeva che le economie di mercato potessero assicurare crescita e benessere. Con la crisi economica e finanziaria del 2008 , queste certezze sono venute meno e si è capito che non bastava solo un’ unione monetaria, ma si doveva , la stessa, completare con quella politica e di forte cooperazione. Oggi la crisi non è più finanziaria, ma geopolitica, e questa costringe l’ Europa a guardare oltre il suo perimetro e così riformulare il suo ruolo a livello globale. Le riforme sono state fatte ma non bastano, perché il Vecchio Continente vive in una realtà che è superata dalla storia. Oggi con il conflitto in Ucraina e Medioriente, ciò che preme di più è la difesa e sarà questo un test fondamentale per la sua stessa tenuta , politica e geopolitica. Quindi la ricetta salvifica è la cooperazione che permette si singoli stati di rendere più efficiente la spesa militare, in quanto la stessa viene gestita da una base comune, costituita dal governo dell’ Unione. Del resto moneta comune e difesa comune, da sempre, sono stati i due pilastri fondamentali su cui si sono costruiti gli stati nazionali. Con l’ arrivo di Trump alla Casa Bianca, l’ Europa deve dare un forte segnale in questa direzione. Non farlo significa porgere il fianco alle forze antieuropeiste , che potrebbero prevalere.
L’ Unione europea soffocata dalla crisi geopolitica
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