La centralità della politica estera

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C’è un tema che la classe politica, per timore di esporsi o per insipienza, tende a sottovalutare, ed è la politica estera: le scelte internazionali del nostro Paese, compresi gli impegni militari imposti dalla Nato in uno ai conflitti ai confini dell’ Europa, impongono la centralità di questo tema. Oggi tenere in vita la Nato vuol dire aumentare in maniera sensibile il contributo dei singoli Paesi membri. Il tema è molto sentito, specie per l’ arrivo di Trump alla Casa Bianca, che già durante il suo precedente mandato, chiedeva che gli alleati aumentassero il contributo al 2% del Pil. Oggi il Presidente addirittura pretende l’ innalzamento del contributo al 2,5%. Si capisce che sui Paesi europei peserà gran parte di questo onere e responsabilità. Del resto Trump ha minacciato di ritirare gli Stati Uniti dall’ Alleanza, se il Vecchio Continente non adempie. Riteniamo che più che una minaccia sia un modo per fare capire all’ opinione pubblica che l’ America intende ottenere gli aumenti, senza ulteriori indugi . Chi nutrisse ancora dubbi sulla determinazione di Trump, ricordi il tono aspro e deciso del nuovo segretario generale dell’ Alleanza atlantica, che senza mezzi termini, ha ribadito la necessità di adottare una ” nuova mentalità di guerra” , il che non significa che bisogna andare in guerra, ma ragionare non più nei termini ottimisti del passato, quando le spese per la maggior parte di esse ricadevano sugli Usa. Adesso tutto cambia. Il ministro della difesa, Crosetto, ha di recente ricordato che l’ Unione europea, presto o tardi , sarà chiamata ad inviare decine di migliaia di soldati in Ucraina per fungere da interposizione fra i due belligeranti. Sorge spontanea una domanda:” Fino a che punto i partiti politici sono consapevoli del nuovo scenario che si sta preparando?” Oggi ognuno sembra dedicarsi al proprio orticello di politica estera. A destra Salvini per mesi ha cercato di apparire in tutti i modi , amico di Putin, al limite del grottesco , ma soprattutto dimostra tutta la sua ignoranza in politica internazionale, quando pensa che Trump sia al soldo del Cremlino. A sinistra le spaccature sono più profonde, intrise di falso pacifismo filo russo. Se non interviene un chiarimento con successiva intesa tra PD , 5 Stelle e le sinistre più radicali, sarà difficile costruire una proposta credibile per prossimo governo.

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