Nella conferenza di Monaco sulla sicurezza internazionale, il ministro degli esteri cinese , oltre a ribadire che la politica estera di Pechino si ispira ai principi del diritto internazionale, sostegno al multilateralismo e contrarietà a iniziative unilaterali e a misure protezionistiche, ha concluso con un appello agli europei per lavorare di più con la Cina onde fronteggiare le complessità della congiuntura internazionale. In sostanza Wang Yi , almeno a livello di intenzioni, ha gettato le basi per definire una linea comune di contrasto alle misure protezionistiche minacciate dalla Casa Bianca, quanto meno per ridurne l’ impatto. Una Cina che si propone come interlocutore affidabile e rassicurante, in grado di offrire agli europei una sponda per gestire in modo più agevole il rapporto con gli Usa , che in pochi giorni è stato sommerso da una serie di complessità, al limite del conflittuale. Da Washington si attaccano gli europei perché responsabili di un surplus commerciale nei confronti degli Usa, perché incapaci di difendersi , e infine, parole di Donald Trump, anche truffatori, rei di aver costruito l’ UE per estorcere soldi all’ America. Si rimprovera altresì all’ UE di tassare i giganti del Web, di favorire politiche migratorie che indeboliscono e mettono in pericolo l’ Occidente. Quindi, come più volte scritto nel passato, Xi Jinping si accredita sempre di più come pontiere del nuovo scenario globale che si va profilando. Possiamo dire che Europa e Cina in questo momento condividono l’ interesse per un sistema di regole , per istituzioni internazionali, per un multilateralismo efficace e costante. L’ Europa dal canto suo sconta un ritardo pesante nello sviluppo tecnologico avanzato collegato all’ uso dell’ intelligenza artificiale. E’ impegnata sul fronte interno sulla politica di rilancio dell’ industria, della produzione e della competitività , della difesa comune. Però non dovrebbe essere difficile definire con il colosso cinese una collaborazione che le consenta di ridurre le dipendenze e migliorare lo status quo dell’ economia in generale , senza mettere a rischio la sicurezza. Questo non vuol dire ,sostituire un alleato tradizionale con un partner che in quanto ad affidabilità è tutta da verificare, ma di valutare su quali temi la Cina può diventare un interlocutore funzionale agli interessi del Vecchio Continente. Ma gestire un rapporto con Pechino è un compito complesso per un’ Europa divisa su tutto. Ma in una congiuntura così problematica come quella attuale , rafforzare il rapporto con la Cina , potrebbe essere una strategia vincente, anche per far capire al nostro alleato d’oltreoceano, che l’ Europa sa ancora camminare da sola , a testa alta, a livello globale.
La Cina offre una sponda all’ Europa
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