«La nostra è una battaglia di libertà», dice Antonio Tajani, Segretario Nazionale di Forza Italia, nel comizio di chiusura da Piazza Matteotti a Napoli a metà tra evento politico e festa per tutti, con la voce dal palco di Serena Autieri che intona le canzoni classiche napoletane. Un po’ come nella tradizione degli azzurri, quando Silvio Berlusconi scendeva nel capoluogo campano. E infatti il fondatore è citato più volte, anche in un coro «Silvio-Silvio», che riporta le lancette indietro. «Più conta Forza Italia nel Ppe più conta l’Italia in Europa», dice Tajani caricando ministri, dirigenti e militanti azzurri e ricordando che ai popolari spetterà l’indicazione del Presidente della Commissione. «Siamo tutti combattenti della libertà come voleva Berlusconi. Non abbiamo un solo uomo al comando, abbiamo una straordinaria classe dirigente», dice.
I mantra sono due: la specificità di Forza Italia nella coalizione, il primo step a quasi un anno dalla scomparsa di Silvio Berlusconi. Dice Maurizio Gasparri: «I commentatori a settembre ci davano lo 0%. All’arrivo non so se sarà 8-9-10-11 ma sarà milioni di volte in più di quanto assegnato dai profeti di sventura». Paolo Barelli assicura: «Faremo campagna elettorale fino all’ultimo secondo». Deborah Bergamini spiega: «Abbiamo proposto agli italiani la nostra idea di un’Europa forte e coraggiosa». Il clima che si respira, dunque, è quello dell’attesa ottimistica verso domenica e notte.
Nel mentre, Tajani scandisce dal palco il pantheon dei riferimenti ideali di Forza Italia. Bettino Craxi («è stato un grande statista, e va dato merito alla figlia Stefania di averne difeso la memoria»), così come Carlo Alberto Dalla Chiesa e Rocco Chinnici, uomini di Stato uccisi dalla mafia, e le cui figlie Rita e Caterina siedono per Forza Italia alla Camera e in Europarlamento. Lo schema è quello del partito plurale, in piena continuità con la linea di Berlusconi: «Siamo leali ai nostri alleati -dice Tajani- ma siamo differenti, sennò saremmo un partito solo. Siamo cristiani, liberali, riformisti, garantisti, europeisti e atlantisti. Questi siamo sempre stati e siamo noi, quindi andiamo avanti nella nostra direzione».
“Abbiamo scritto Berlusconi nel simbolo perché noi siamo e saremo sempre berlusconiani” il grido di battaglia del capogruppo al Parlamento Europeo Fulvio Martusciello che dice di non temere il sorpasso della Lega. Al Sud avremo consensi quadruplicati rispetto a loro perché ci ricordiamo come chiamava Salvini i meridionali. E oggi incoroniamo Antonio Tajani leader di un popolo. Silvo Berlusconi – ha aggiunto il capogruppo alla Camera Pierpaolo Barelli – è sempre con noi e ci guida da lassù.
Non c’è centrodestra senza Forza Italia – spiega il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri – ecco perché non ci preoccupano i sorpassi. Nel parterre lo stato maggiore di Forza Italia, i ministri Zangrillo, Pichetto Fratin e Casellati e i governatori di Piemonte, Sicilia e Basilicata Cirio, Schifani e Bardi. Tra i candidati alle europee, attira l’attenzione dei fotografi Alessandra Mussolini che si presenta con una ‘aureola’ intorno al capo fatta di bigliettini elettorali, i cosiddetti ‘santini’, con il suo nome e quello del capolista Tajani.
A fine serata, Fulvio Martusciello, capo delegazione a Strasburgo, esulta: «15 mila in piazza. Stiamo costruendo il partito dei ceti produttivi, delle categorie dei professionistiche rappresenta il Paese reale».
Una piazza azzurra, stracolma, che dall’Italia raggiungerà tutta Europa.
Grazie Napoli.