La morte di Ramy Elgam non può in nessun modo giustificare gli scontri di piazza. Il ragazzo è morto al termine di un inseguimento per le strade di Milano e sull’ accaduto sono in corso le indagini. Il video in possesso degli inquirenti getta un’ ombra sinistra sul comportamento delle forze dell’ordine. Adesso spetta all’ autorità giudiziaria fare chiarezza sull’ accaduto e ovviamente è un caso che ha suscitato molto clamore e l’ opinione pubblica ne è rimasta molto turbata. Questo desiderio di chiarezza e di giustizia non può e non deve giustificare gli atti di violenza gratuiti come l’ assalto alla Polizia del quartiere S. Lorenzo a Roma o l’ assalto alla sinagoga ebraica di Bologna. Occorre avere pazienza ed attendere che si faccia totale chiarezza sull’ accaduto. Ad ogni azione deve corrispondere una reazione proporzionata. I Carabinieri non dovevano spingere l’ inseguimento fino al punto di mettere in reale pericolo la vita dell’ inseguito. E’ un principio di civiltà giuridica che non può essere disatteso, anche se oggi viviamo una particolare fase storica in cui questo principio sembra non essere più al sicuro, perché pare prevalere l’ ansia di punire ad ogni costo. A questo punto , in attesa delle decisioni della magistratura, il caso non deve essere politicizzato. Non si possono mischiare temi come le condizioni di vita dei migranti nelle periferie delle grandi città o i modi non sempre ortodossi delle forze dell’ ordine con quanto è avvenuto quella tragica sera del 23 novembre scorso e non si risolvono questi problemi incendiando i cassonetti o aggredendo le forze dell’ ordine. Per una mela marcia, non si può buttare tutto il paniere. E ben poco c’ entra Ramy con tutto questo. Non si può condurre una lotta politica in suo nome. Farlo significa usarlo ed è quello che il padre per primo chiede di non fare. Più volte nella storia del nostro Paese si è cercato di alzare la tensione, mettendo in pericolo la democrazia. Chi intende manifestare nelle piazze lo deve fare nel pieno rispetto delle regole democratiche. Lo si può fare anche a voce alta , mobilitando l’ opinione pubblica, ma senza isteria , senza attaccare i poveri poliziotti o carabinieri o le chiese .
La morte di Ramy non può essere un alibi per violenze di piazza
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