Starmer, il Premier laburista inglese, è impegnato nella difesa dell’ Ucraina e nella cooperazione con gli Stati dell’ UE, per la difesa del Continente. I conservatori inglesi che sono all’ opposizione, appoggiano l’ azione internazionale del Premier. In Germania i Socialdemocratici, usciti sconfitti dalle elezioni, si sono coalizzati con i vincitori della CDU, vincitrice della competizione elettorale e ne assecondano il piano di riarmo. In Italia all’ epoca del governo Draghi, anche la Meloni che era all’ opposizione sostenne la scelta italiana a sostegno dell’ Ucraina e dell’ Alleanza euro-atlantica. Questo atteggiamento le diede visibilità a livello internazionale e ne acclaro’ l’ affidabilità. Oggi il maggior partito dell’ opposizione il Pd, guidato da Elli Schlein, pur di contrastare il governo sulle politiche del riarmo, si contrappone all’ orientamento maggioritario del gruppo parlamentare socialista in Europa, di cui fa parte. Perché, come è avvenuto anche in passato, non si può realizzare una convergenza tra opposizione e governo sulla politica estera? La prima delle cause è sicuramente la divisione sia nella maggioranza che nell’ opposizione sulle politiche della sicurezza e difesa dei confini europei, che impediscono di allinearsi su una visione comune dell’ obiettivo finale. È vero che la politica spesso può orientare o disorientare l’ opinione pubblica, ma è pur vero che questa può anche vincolare la politica nelle sue scelte, avendo in mano l’ arma del voto. Possiamo tranquillamente affermare che non è solo responsabilità della politica e delle sue divisioni se il Paese , come mostrano quotidianamente i sondaggi, si trova del tutto impreparato ad affrontare il cambiamento epocale in atto. Oggi ci troviamo difronte ad un mondo nuovo, diverso da quello che abbiamo conosciuto per ottant’anni. L’ impreparazione , come già detto, non è solo della politica , ma de l suo modo di comunicare che non avviene più attraverso i partiti, come accadeva un tempo, ma oggi è dominata da una massa di influencer, molti dei quali sono senza diretta affiliazione politica. Su questi , i partiti politici e i loro leader esercitano un controllo pari allo zero. Orientarsi in questo mondo magmatico della comunicazione è molto difficile e spesso accade che molti di essi lavorano per lasciare il Paese nell’impreparazione difronte al mondo nuovo che d’ improvviso è apparso all’orizzonte. Tutti i giorni i sondaggi rimarcano questo stato di fatto. Si verifica che ad una minoranza che ha consapevolezza di quanto si stia verificando, si contrappone una maggioranza che proprio per i messaggi falsati di molti comunicatori, non ritiene di rinunciare alle vecchie abitudini, la principale delle quali consiste nella convinzione che la sicurezza ci venga regalata. Certo , nemmeno gli si può dare torto, se per anni si è fatto credere che la nostra difesa dipendeva dalla costante ricerca della pace e non dalla protezione assicurata dagli Usa. Allora non si può non capire perché i leghisti in uno ai 5 Stelle si siano ritagliati il ruolo dei pacifisti e cavalchino la protesta contro quelli che definiscono i signori della guerra. E si capisce pure perché il partito democratico, impegnato a competere con i 5 Stelle pescando nello stesso bacino elettorale , non possa comportarsi da opposizione costruttiva come avviene nel Regno Unito e in Germania. Ma prima o poi la realtà degli avvenimenti imporra’ delle convergenze che oggi sembrano improbabili.
La nuova geopolitica presuppone unità nella difesa
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