La questione emigranti riapre lo scontro mai chiuso con la magistratura

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La Premier , come da più parti si dice, ha deciso che è più conveniente per il centrodestra rendere prioritaria la campagna contro i migranti irregolari che il confronto parlamentare sul premierato che genera molte fratture tra i ranghi della maggioranza. La riforma sul premierato richiede tempi lunghi per la sua realizzazione e una forte coesione nel centrodestra, che, ad oggi, non c’ è. Il centro di accoglienza in Albania, peraltro molto costoso e inefficace, è uno dei tanti strumenti di cui dispone il governo per inviare un segnale di severità, rispetto al tema dei migranti, all’ opinione pubblica che può fruttare non pochi consensi . La questione migranti ha riaperto lo scontro con la magistratura,che va avanti da anni, dai tempi di Silvio Berlusconi, che in questi giorni viene continuamente citato a tal proposito, il cui significato risiede nell’ ostilità dell’ ordine giudiziario a una radicale riforma che è sempre stata rinviata o quantomeno le è stato fatto qualche ritocco che non ha portato a sostanziali cambiamenti. La vera riforma, riguarda la separazione delle carriere, giudici e pubblici ministeri divisi, ciascuno col proprio ufficio. Da tempo tra i giudici c’è malcontento e anche timore di provvedimenti da parte del governo che possono limitare la loro autonomia. Del resto , non possono lamentarsi più di tanto , perché se la sono cercata . Chi non ricorda il verminaio, saltato fuori dal caso Palamara? Ed emblematica del malcontento della magistratura, è l’ email del magistrato Patarnello, dalla quale traspare il motivo del contendere con l’ Esecutivo. Il magistrato sostiene che mentre Berlusconi agiva per costituirsi uno scudo, un salvacondotto , l’ attuale Premier, Giorgia Meloni, agisce per motivi ideali e quindi è più insidiosa. In sintesi riaprire lo scontro con la magistratura sul tema dei migranti, vuol dire fare emergere la questione che sovrasta le altre: si o no alla separazione delle carriere. Quindi il messaggio agli italiani è arrivato chiaro e forte, anche se sono in pochi a credere che nel corso di questa legislatura si attui la riforma in tal senso. La separazione delle carriere più che il premierato , ergo lo scontro con la magistratura, si presta meglio a una battaglia, un domani parlamentare e poi elettorale. Certamente sarà difficile arrivare alla fine della legislatura in questo clima di scontro e tensione.

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