La Rai “commissaria” Sigfrido Ranucci e Report ai quali verrà imposto un ‘supervisore’

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Report avrà presto un supervisore. La trasmissione d’inchiesta di Sigfrido Ranucci, condotta per anni con successo da Milena Gabanelli e poi passata nelle mani del giornalista romano, è oggetto della circolare che mette sotto tutela il team editoriale del programma, togliendo autonomia sui temi, sulla scaletta e sulle spese che fino a questo momento ha sempre deciso senza nessuna ingerenza da parte della dirigenza.

Tutto è iniziato dopo la diffusione di una circolare interna firmata dall’amministratore delegato Gianpaolo Rossi. Si è parlato dell’introduzione di presunti “commissari editoriali” nei programmi giornalistici, con preoccupazioni sollevate soprattutto dall’Usigrai, il sindacato rosso dei giornalisti Rai.

Le opposizioni si ribellano alla decisione dell’ad Rai Giampaolo Rossi di introdurre un “supervisore” per i programmi giornalistici dei Generi. Una specie di commissariamento secondo l’Usigrai che fa infuriare M5s, Pd e Alleanza Verdi-Sinistra.

La vicenda inizia a ottobre 2024, quando l’amministratore delegato della Rai Gianpaolo Rossi chiede di controllare se tutte le trasmissioni e i programmi della televisione pubblica abbiano un supervisore esterno, una pratica comune chiamata in gergo “segregazione dei poteri”.

Il controllo rivela che nella famosa trasmissione di approfondimento giornalistico Report, questo ruolo è ricoperto dal vicedirettore degli Approfondimenti, Sigfrido Ranucci, che è anche conduttore.

Da qui la circolare, che stabilisce che ogni trasmissione deve avere una struttura editoriale il cui responsabile non sia il conduttore del programma stesso, imponendo quindi a Report una nuova figura esterna di controllo sulle attività giornalistiche.

La dirigenza Rai ha spiegato che la circolare è stata emanata soltanto per riportare alla normalità una situazione anomala per la quale Report finiva per essere una delle poche trasmissioni senza alcun controllo esterno.

I sindacati hanno duramente attaccato questa scelta della Rai. L’Usigrai ha diffuso un comunicato molto duro: “Nella Rai senza presidente arrivano i commissari sui programmi giornalistici. È un attacco alla professione giornalistica, un modo per mettere sotto controllo l’informazione pubblica”.
Tra le ultime puntate di Report frortemente discusse possiamo ricordare quella impostata su Don Patriciello, Caivano e il Parco Verde. Don Patriciello accusò Ranucci e la trasmissione per scarsa obiettività, discutendo il montaggio delle riprese. Poco signorilmente Ranucci replicò al sacerdote sulle competenze specifiche: ‘Non le vengo a spiegare come dover dire al la messa’.

Dopo il servizio su Silvio Berlusconi, Sigfrido Ranucci e Report finiscono nell’ovvio mirino della figlia Marina e di Forza Italia.

Fu un botta e risposta a distanza tra Marina Berlusconi e Sigfrido Ranucci. Al centro la puntata di “Report”. “Il servizio che ieri sera Report ha dedicato a Silvio Berlusconi appartiene alla categoria del peggior pattume mediatico-giudiziario. Rimestando per quasi due ore in un bidone di accuse sconnesse, illogiche, già smentite mille volte, utilizzando prevalentemente, addirittura, brani di puntate precedenti, e dando voce a personaggi più che screditati, la trasmissione ha tentato di riesumare le infamanti, paradossali accuse di una presunta vicinanza di mio padre alla criminalità organizzata: accuse ormai vecchie un quarto di secolo e tutte regolarmente sepolte sotto le plurime archiviazioni decise – sempre su richiesta degli stessi inquirenti – dai Tribunali di Palermo, di Caltanissetta e di Firenze”. Questa la nota Marina Berlusconi, presidente Fininvest: “Faremo ricorso a tutti gli strumenti legali più idonei per reagire a questo ignobile e vergognoso esercizio di pseudo-giornalismo”.

“È veramente surreale, non c’è altro modo per definirlo. Da sempre i programmi dipendono dai capi struttura e ognuno di questi viene assegnato a strutture competenti che li coordinano”, si legge in un comunicato di risposta agli oppositori della normativa specifica della Rai.

“È sempre stato così con dirigenti responsabili che controllano e supervisionano la creatività, la scaletta, gli ospiti e fa le squadre. Se c’è qualcosa che non funziona la responsabilità è del dirigente che ha sotto di sé l’intera gestione del programma”, conclude la tv di Stato.

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