L’ argomento politico che nessuno vuole affrontare, ancora una volta, è la riforma della legge elettorale. Nel centro sinistra una fiammella l’ ha accesa Dario Franceschini, con l’ intervista rilasciata al quotidiano ‘ La Repubblica ‘ed è stato anche il tentativo di dare addio al ‘ campo largo ‘ per insistere sul proporzionale secondo le quote stabilite dalla legge e riunire tutti i partiti che si ritengono progressisti nel maggioritario. Già nel 2022 i mancati accordi nei collegi maggioritari determinarono una perdita enorme di voti che favori il centrodestra. Oggi , Giorgia Meloni e il centro destra, hanno l’ obiettivo di ritoccare alcuni aspetti del modello elettorale per giungere ad una sorta di premierato di fatto , entro la fine della legislatura. Adottando questa strategia, la riforma del Premierato non avrà alcun impatto sulla Costituzione e sortirà l’ effetto di rafforzare il ruolo del Presidente del Consiglio. Del resto Silvio Berlusconi ne è stato il pioniere a partire dal 1994 . Quindi possiamo dire che in modo silente , sia a destra che a sinistra , anche se per strade diverse si ha l’ obiettivo di riforma della legge elettorale. A queste condizioni si può immaginare una convergenza, anche se , oggi, è prematura. Le difficoltà non mancano sia destra che a sinistra. Se si intende rafforzare il proporzionale, è chiaro che si vanno a toccare gli interessi dei vari partiti delle coalizioni in campo, a cominciare dalle preferenze. Certo si può comporre tutto, ma occorre una comunità di intenti. A destra FDI vorrebbe raggiungere questo risultato che stabilizzerebbe il suo primato nel Paese, mentre a sinistra, come di consueto, è tutto più complicato e farraginoso. Elli Schlein non intende condividere il suo potere nemmeno in piccola parte; del resto la sua gestione della segreteria ha portato il partito al 23% e con una tendenza alla crescita. Al tempo stesso quella percentuale non è sufficiente, causa la poca affidabilità degli alleati, a garantire la vittoria contro la coalizione di centrodestra. La proposta di Franceschini che sa tanto di strategia della Prima Repubblica, potrebbe essere la via maestra.Ma la segreteria non intende prenderla in considerazione, perché insegue la chimera della vittoria sul campo a viso aperto. Lei crede che gli elettori prima o poi si sveglieranno da un incubo , capiranno la proposta della sinistra con il conseguente suo ingresso a Palazzo Chigi. Questo ci fa capire il suo poco interesse a sostenere una divisione sul proporzionale. Può però accadere che l’ eventuale riforma di fatto del Premierato,che Giorgia Meloni vuole realizzare, imponga alla sinistra di confrontarsi e misurarsi con le nuove regole messe in campo. Non è la prima volta che accade .
La riforma della legge elettorale resta un tabù
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