Il nuovo rapporto “Future of Jobs 2025” del World Economic Forum presentato l’8 gennaio 2025 a Ginevra getta luce sui profondi cambiamenti che trasformeranno il mondo del lavoro entro il 2030. L’adozione delle tecnologie digitali, la transizione ecologica, i cambiamenti demografici e geopolitici, insieme al rallentamento della crescita economica, stanno ridefinendo i settori, le professioni e le competenze richieste.Secondo il rapporto, si prevedono 170 milioni di nuovi posti di lavoro creati entro il 2030, mentre 92 milioni saranno ridistribuiti, con un saldo positivo di 78 milioni. Tuttavia, questa evoluzione non sarà indolore: il 22% dei lavori attuali subirà una significativa trasformazione, richiedendo interventi tempestivi per colmare i crescenti gap di competenze.Le competenze tecnologiche, come quelle legate all’intelligenza artificiale (IA), ai big data e alla cybersecurity, saranno le più richieste, ma non saranno sufficienti da sole. Abilità umane come il pensiero creativo, la resilienza e la capacità di collaborare resteranno fondamentali. Una combinazione di competenze tecnologiche e umane sarà essenziale per navigare in un mercato del lavoro in continua evoluzione.Il rapporto identifica due principali trend occupazionali:In crescita: ruoli essenziali come quelli nell’assistenza sanitaria, nell’educazione e nella tecnologia verde vedranno un forte aumento della domanda. Tra questi, spiccano le figure degli infermieri, degli educatori e degli specialisti in energie rinnovabili.In declino: professioni come cassieri, assistenti amministrativi e designer grafici rischiano una riduzione, complice l’automazione e l’adozione di tecnologie avanzate come l’IA generativa.Con il 63% dei datori di lavoro che considera il divario di competenze un ostacolo alla trasformazione aziendale, emerge l’urgenza di iniziative di riqualificazione. Si stima che entro il 2030, il 59% della forza lavoro necessiterà di aggiornamenti professionali, ma oltre 120 milioni di lavoratori rischiano di essere esclusi da queste opportunità.L’aumento del costo della vita è un altro fattore chiave che spinge a cambiare il mercato del lavoro,con la metà dei datori di lavoro che prevede una trasformazione dei modelli aziendali. Sebbenel’inflazione globale si sia attenuata, si prevede che le pressioni sui prezzi e il rallentamento dellacrescita economica provocheranno la perdita di 6 milioni di posti di lavoro a livello globale entro il2030. Queste sfide aumentano la richiesta di resilienza, agilità, flessibilità e capacità di pensierocreativo.I cambiamenti demografici stanno ridisegnando i mercati del lavoro, con l’invecchiamento dellapopolazione soprattutto nei Paesi a più alto reddito che spinge la domanda di ruoli sanitari el’espansione della popolazione in età lavorativa nelle regioni a basso reddito che alimenta la crescitadelle professioni educative. Le strategie per la forza lavoro incentrate sul miglioramento delle capacitàdi gestione dei talenti, di insegnamento e di mentoring sono essenziali per colmare queste lacune.Le tensioni geopolitiche sono una delle principali preoccupazioni per il 34% delle aziende, mentre lerestrizioni commerciali e i cambiamenti di politica industriale ne trasformano molte altre, con alcuneaziende che prevedono di adattarsi attraverso strategie di offshoring e reshoring. Queste pressioni accrescono anche la domanda di competenze come la cybersecuritySecondo Till Leopold, responsabile del settore Lavoro del WEF, “Le imprese e i governi devono lavorare insieme per investire nelle competenze e costruire una forza lavoro resiliente.” Tra le azioni prioritarie, il rapporto sottolinea: a) investimenti in formazione e riqualificazione;2)sviluppo di percorsi inclusivi per le competenze richieste;3) strategie che garantiscano transizioni lavorative eque e sostenibili.In altri termini è necessario affrontare i profondi cambiamenti delineati nel rapporto richiede un’azione urgente e collettiva da parte del governo, delle imprese e dell’istruzione. Le principali aree prioritarie comprendono il superamento dei gap di competenze, l’investimento in iniziative di riqualificazione e aggiornamento professionale e la creazione di percorsi accessibili per l’accesso a lavori e competenze in rapida crescita, la cui domanda è in rapido aumento. Dando priorità a strategie e transizioni della forza lavoro eque e inclusive – e sostenendo i lavoratori in queste trasformazioni – gli stakeholder possono costruire una forza lavoro globale resiliente e adattabile, pronta a prosperare nei lavori di domani.Il “Future of Jobs 2025” lancia un chiaro monito: il futuro del lavoro dipende dalla capacità di anticipare i cambiamenti e di adattarsi alle nuove dinamiche globali. La collaborazione tra pubblico e privato sarà essenziale per garantire che la trasformazione in corso porti a un mondo del lavoro più inclusivo e sostenibile.
Paolo Iafrate