La Schlein blocca per De Luca la possibilità di un terzo mandato ma, ironia della sorte, tutto è nelle mani della premier

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La segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, chiude definitivamente la porta in faccia al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. “Siamo contrari al terzo mandato, la posizione è chiara, possono votare tutte le leggi regionali che vogliono ma le regole valgono per tutti, il Pd non sosterrà chi corre per un terzo mandato”, ha detto la segretaria del Pd da Fabio Fazio: “Pensa che non avremmo sostenuto con piacere Bonaccini per una terza corsa in Emilia-Romagna? O De Caro, amatissimo a Bari? Ma non è questo il punto: le regole valgono per tutti e se qualcuno non è abituato perché prima funzionava diversamente, adesso è bene che si abitui al cambiamento perché io sono stata eletta esattamente per fare questo”.

Rebus sic stantibus De Luca e i consiglieri del Pd campani che hanno deciso di seguirlo fanno male, visto anche che alla fine, sul terzo mandato del governatore non deciderà la Schlein ma la premier Meloni, visto che il governo ricorrerà alla Corte Costituzionale sulla legge che il governatore della Campania si approverà grazie a chi non segue la segretaria in Consiglio. Tutto, in fondo, è nella mani della premier e del suo governo che dovrà decidere se i panni sporchi si lavino in famiglia o la premier considererà quella forzatura di De Luca, per non mollare la poltrona, una sfida all’interesse nazionale e anche alla legge che riserva la competenza sulle leggi elettorali al Parlamento.

“Se non la modifica il Parlamento – che invece per ben 5 volte ha bocciato la norma proposta dai leghisti di cancellare il limite di mandato, cioè non più di due consecutivi – difficilmente se ne farà qualcosa. Il governo potrebbe rivolgersi alla Corte costituzionale sollevando il caso Campania e facendo annullare l’indisciplinata mossa campana”, scrive Repubblica.

De Luca vuole recepire solo ora a livello regionale la legge nazionale che impone il limite dei due mandati consecutivi ai governatori. E’ la legge numero 165/2004 “recante i principi fondamentale concernenti il sistema di elezione e i casi di ineleggibilità e di incompatibilità del presidente e degli altri componenti della giunta regionale nonché dei consiglieri regionali”. E considerare quell’assorbimento normativo una sorta di “reset” che innesca la possibilità di rifare un “secondo” (che in realtà sarebbe il terzo) mandato.

Il governo di Giorgia Meloni potrebbe impugnare la legge campana entro 60 giorni alla Corte o decidere di non farlo. Magari per lasciare che la guerra intestina favorisca il centrodestra, come ipotizza “Repubblica“.

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